Negli ultimi anni, il settore bancario italiano si è distinto per la sua capacità di affrontare e gestire efficacemente i crediti non performanti (NPL – Non-Performing Loans), superando in questo le prestazioni di altre economie europee. Questa circostanza è stata sottolineata recentemente da Federico Freni, sottosegretario all’Economia, nel corso di un intervento in videocollegamento durante il ‘Npl Meeting 2024’ di Banca Ifis a Cernobbio.
Il successo italiano risiede, secondo Freni, nel trattamento industriale e razionale delle sofferenze bancarie. A differenza di altri contesti europei dove la gestione degli NPL è stata spesso discontinua e influenzata da valutazioni di natura più politica che tecnica, l’Italia ha sviluppato e implementato processi chiaramente definiti e orientati ad una risoluzione strutturale del fenomeno.
Un punto focale della discussione è stato il contrasto tra la percezione del credito deteriorato come un puro problema sociale e la sua realtà come un aspetto inevitabilmente congiunto all’attività creditizia. La visione spesso riduttiva che ha predominato in altri Paesi europei non ha permesso una gestione efficace del problema, che invece deve essere considerato una parte integrante e gestibile del sistema creditizio. “La sofferenza del credito è fisiologica,” ha commentato Freni, enfatizzando l’importanza di una visione pragmatica e decisa nella gestione delle attività deteriorate.
Le istituzioni finanziarie italiane hanno integrato nei loro modelli operativi strategie avanzate, tra cui l’implementazione di tecnologie innovative e l’utilizzo di dati per una migliore valutazione del rischio e una gestione previdente delle esposizioni a rischio. Inoltre, il dialogo continuo con le autorità di regolamentazione ha permesso di affinare le strategie di intervento e di supervisione, rendendole al tempo stesso severe ma flessibili.
Questo approccio ha non solo aumentato la resilienza del sistema bancario italiano di fronte a shock economici, ma ha anche migliorato la qualità dell’attivo delle banche, rafforzandone i bilanci e la credibilità sui mercati finanziari internazionali.
Nonostante il successo, la gestione degli NPL rimane una sfida significativa, richiedendo un impegno costante e una continua innovazione. Il percorso tracciato dall’Italia potrebbe servire da modello per altre nazioni europee che ancora lottano con alte percentuali di crediti non performanti.
In questa prospettiva, il caso italiano non solo evidenzia le best practices nella gestione degli NPL, ma solleva anche questioni più ampie relative all’evoluzione delle pratiche bancarie in risposta alle crisi economiche e alla necessità di bilanciare considerazioni economiche con quelle sociali in un settore così vitale per ogni economia nazionale.
In conclusione, l’esperienza italiana nella gestione degli NPL conferma che un approccio industriale e sistematico, supportato da una forte regolamentazione e innovazione tecnologica, possa trasformare una problematica critica in un’opportunità di stabilizzazione e crescita per il sistema finanziario.