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Innovazione Green a Ravenna: L’Inaugurazione del Primo Impianto Italiano di Cattura del Carbonio

In ECONOMIA
Settembre 03, 2024

Un traguardo importante si è materializzato nei pressi di Ravenna, dove Eni e Snam hanno inaugurato le operazioni del progetto denominato Ravenna CCS (Carbon Capture and Storage). Questa iniziativa segna il debutto del primo impianto in Italia specificamente dedicato alla cattura e allo stoccaggio permanente del diossido di carbonio, rappresentando una svolta cruciale per la sostenibilità ambientale del distretto industriale locale.

Il progetto Ravenna CCS nasce da una collaborazione tra Eni e Snam, due dei principali attori nel settore energetico italiano, che hanno deciso di unire le loro competenze per dare vita a un sistema avanzato in grado di ridurre significativamente le emissioni di CO2. Vilfredo Pareto, economista del XIX secolo, suggeriva l’importanza di miglioramenti incrementali per la crescita continua, e questo progetto incarna perfettamente tale filosofia, agendo concreteamente per il raggiungimento degli obiettivi climatici del nostro Paese.

Il cuore dell’innovazione risiede nella tecnologia di cattura della CO2, che permette di separare l’anidride carbonica dalle emissioni industriali prima che queste possano raggiungere l’atmosfera, contribuendo così a una significativa riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive. Una volta catturato, il CO2 è trasportato e iniettato in un giacimento di metano esaurito, situato nel sottosuolo ravennate. Questo processo non solo garantisce uno stoccaggio sicuro, ma impedisce anche la dispersione dell’anidride carbonica nell’atmosfera.

La decisione di adottare questa tecnologia non è casuale ma si inserisce all’interno di un contesto più ampio di politiche ambientali promosse dall’Unione Europea, che vede nell’innovazione tecnologica una delle chiavi principali per combattere il cambiamento climatico. La conferenza di Parigi sul clima (COP21) aveva già sottolineato la necessità di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali, stabilendo obiettivi ambiziosi ma necessari.

La posizione di Ravenna, nel cuore di un’area industriale fortemente caratterizzata dalla presenza di impianti chimici e energetici, rende l’impianto particolarmente strategico. Inoltre, l’utilizzo di un giacimento di metano esaurito per lo stoccaggio del CO2 non è solo una scelta logistica ma rappresenta una nuova vita per risorse naturali già sfruttate, in un ottica di economia circolare che valorizza i cicli produttivi esistenti.

Questo progetto è anche un modello di come le partnership tra grandi gruppi industriali possano effettivamente contribuire a una trasformazione sostenibile dell’economia. La sinergia tra Eni e Snam dimostra che la cooperazione aziendale può essere un potente motore di innovazione e di sviluppo tecnologico, alimentando non solo il progresso economico, ma anche ambientale.

Nella sua fase iniziale, Ravenna CCS offre una soluzione pragmatica e immediata per mitigare le emissioni di una delle zone più industrializzate dell’Italia, ma il suo orizzonte è chiaramente più ampio. Le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, sebbene ancora in fase di perfezionamento, si propongono come una delle risposte più promettenti agli imperativi climatici del nostro secolo. Con il giusto supporto politico e un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo, tali tecnologie potrebbero essere adottate su scala molto più vasta.

In conclusione, il lancio dell’impianto di Ravenna non è solo un avanzamento tecnologico, ma un vero e proprio manifesto di come l’industria possa evolvere verso modelli di business ecologicamente e socialmente responsabili. C’è ancora molta strada da fare, ma iniziative come questa illuminano il cammino verso un futuro più sostenibile.