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Intrighi Finanziari e Affari Illeciti: Banca Progetto Commissariata per Legami con la ‘Ndrangheta

In ECONOMIA
Ottobre 24, 2024

La connessione tra finanza e criminalità assume una nuova piega nel tessuto economico italiano con l’ultima vicenda che vede protagonista la Banca Progetto, un istituto di credito milanese ora sotto l’amministrazione giudiziaria a causa di prestiti multimilionari forniti a entità legate alla ‘ndrangheta. La decisione arriva dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, sulla scorta delle intense indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e dal procuratore Paolo Storari.

Il danno erogato ammonta a oltre 10 milioni di euro e coinvolge finanziamenti coperti da garanzie statali. Questi ultimi erano originariamente destinati a sostenere le piccole e medie imprese colpite dall’emergenza Covid o dagli effetti economici dovuti al conflitto in Ucraina. Tuttavia, le indagini hanno rivelato che tali fondi sono stati dirottati verso società intimamente legate a dinamiche criminali.

Marcello Viola, procuratore di Milano, ha evidenziato come l’analisi minuziosa dei documenti bancari abbia mostrato la sistematica elusione delle normative antiriciclaggio da parte di Banca Progetto. Di fatto, l’istituto ha agevolato gruppi aziendali conosciuti per i loro legami con il crimine organizzato, facenti capo alla locale di ‘Ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo, in provincia di Varese.

Il meccanismo di finanziamento abusivo funzionava attraverso il Mediocredito Centrale e il Fondo Centrale di Garanzia previsto dalla Legge 662/1996. Questo approccio ha non solo alimentato direttamente le casse di organizzazioni malavitose, ma ha anche rappresentato un grave abuso di risorse statali destinate al rilancio economico in periodi di profonda crisi.

È emerso che varie entità economiche, benché formalmente autonome, erano in realtà gestite indirettamente da individui vicini agli ambienti della ‘ndrangheta. Queste hanno beneficiato ripetutamente dei finanziamenti garantiti dallo Stato, distorcendo gli obiettivi di politica economica nazionale e sfruttando in modo fraudolento le misure di sostegno emergenziale.

Questo scandalo non solo pone in luce i rischi inerenti al settore bancario quando le misure di controllo falliscono o vengono ignorate, ma solleva anche questioni più ampie circa la necessità di rafforzare le procedure di verifica e compliance in ambito finanziario. Di fronte a tale scoperta, il ruolo della vigilanza bancaria viene messo in discussione, stimolando dibattiti sulla responsabilità e l’efficacia dei controlli interni delle istituzioni finanziarie.

L’ingresso della Banca Progetto in amministrazione giudiziaria segna un momento critico per il settore bancario, che si trova costretto a riflettere sui propri protocolli di sicurezza e sull’etica professionale che deve guidare l’operato delle istituzioni finanziarie. La necessità di trasparenza e integrità diventa sempre più impellente, per prevenire che il settore finanziario possa essere ancora una volta veicolo di interessi criminali anziché catalizzatore di crescita e stabilità economica. Nel frattempo, il sistema giudiziario continua a lavorare per fare luce su uno degli episodi più inquietanti di collusione tra crimine organizzato e finanza istituzionale degli ultimi anni.