
All’indomani del prestigioso Technology Forum 2024, tenutosi a Stresa il 30-31 maggio, si sono diffuse nuove riflessioni sul posizionamento dell’Italia nel panorama dell’innovazione globale. Secondo il Teha – Global Innosystem Index 2024, recentemente pubblicato nell’ambito dell’InnoTech Report di The European House – Ambrosetti, il nostro Paese si colloca in una posizione defilata, specificatamente al 24° posto, in un confronto internazionale che abbraccia 37 nazioni dalle elevate performance innovatrici. Questo rapporto amplia la sua indagine rispetto all’edizione 2023, dove i Paesi analizzati erano 22, confermando un trend poco lusinghiero per l’Italia.
Nonostante l’Italia sia rinomata per il suo ingente patrimonio culturale e la creatività dei suoi talenti, i dati rivelano un panorama contrastante in termini di innovazione. La nazione si posiziona al 32° posto per l’innovazione all’interno dell’ecosistema e al 28° per quanto riguarda il capitale umano. Anche se lievemente migliore è la situazione relative all’attrattività dell’ecosistema, dove l’Italia si piazza al 24° posto, i numeri indicano che le risorse finanziarie dedicate a sostegno dell’innovazione non sono sufficienti, classificando il Paese al 22° posto a livello globale.
Tuttavia, una nota positiva emerge quando si considera l’efficacia con cui l’innovazione viene generata e applicata economicamente. Qui l’Italia mostra una vitalità inaspettata, collocandosi al 10° posto grazie alla sua capacità di produzione di idee nuove e al loro impatto sul tessuto economico. Questo aspetto lascia intravedere una luce in fondo al tunnel, sottolineando come, nonostante le carenze strutturali, il talento italiano nella generazione di innovazioni rimanga notevole e possa essere un motore di trasformazione se adeguatamente nutrito e indirizzato.
Il Technology Forum 2024 ha quindi offerto non solo un quadro chiaro delle sfide che l’Italia affronta nel settore dell’innovazione, ma ha anche messo in evidenza le aree chiave su cui è urgente intervenire. Gli esperti concordano sull’importanza di migliorare l’infrastruttura tecnologica e finanziare più generosamente la ricerca e lo sviluppo, aumentando così le opportunità per i cervelli italiani di esprimersi al meglio nel proprio Paese anziché cercare fortune altrove.
In conclusione, se da un lato i dati potrebbero apparire scoraggianti, dall’altro offrono una mappa delle aree di intervento necessarie per ribaltare questa tendenza e propulsare l’Italia verso posizioni di maggiore prestigio nel ranking dell’innovazione mondiale. La sfida è ardua ma non impossibile: migliorare l’ecosistema innovativo richiederà un impegno condiviso tra istituzioni, università e imprese, un trinomio che solo lavorando in sinergia potrà garantire al Paese un futuro all’altezza delle sue indiscusse potenzialità.