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L’1% più Ricco d’Italia Paga Meno Tasse Rispetto agli Altri Cittadini

In ECONOMIA
Gennaio 12, 2024
Studio Rivela la Regressività del Sistema Fiscale Italiano e l'Impatto su Giovani e Disparità di Genere

Uno studio accademico recentemente pubblicato getta nuova luce su uno degli argomenti più controversi e discussi in Italia: il carico fiscale e la sua distribuzione tra i contribuenti. La ricerca, eseguita dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dall’Università di Milano Bicocca, pubblicata nel Journal of the European Economic Association, mostra che il sistema fiscale italiano favorisce l’1% degli italiani più benestanti, che risultano pagare una percentuale minore del proprio reddito in tasse rispetto al restante 99% della popolazione.

Secondo i risultati del rapporto, il sistema fiscale, che idealmente dovrebbe essere progressivo e quindi aumentare l’aliquota fiscale in linea con l’aumento del reddito, fallisce nel suo intento raggiungendo un paradosso di regressività. Particolarmente sorprendente è il dato secondo il quale il 5% più abbiente affronta un’onere fiscale effettivo minore rispetto al 95% della popolazione, sfidando la logica della progressività fiscale.

Le implicazioni sociali di questo squilibrio sono profonde e allarmanti. Il fardello fiscale gravoso che sembra schiacciare principalmente lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, si traduce in minore disponibilità economica e una ridotta potenzialità di risparmio per queste categorie. Da un lato, chi dà vita al tessuto produttivo del paese e chi ha già contribuito all’economia nazionale per tutta una vita si ritrova ad affrontare la parte più ingente della pressione fiscale.

L’analisi ha inoltre scoperto che, dal 2004 al 2015, con un calo del reddito nazionale reale del 15%, il crollo maggiore ha interessato il 50% della popolazione meno facoltosa, con una perdita di circa il 30% del proprio reddito. Questi numeri raccontano una storia di crescente disparità che affligge i ceti meno abbienti, con ripercussioni anche più ampie.

Tra i gruppi più danneggiati emergono i giovani tra i 18 e i 35 anni, che hanno visto scivolare via quasi la metà del loro reddito in poco più di un decennio. Un colpo duro per chi si trova agli albori del proprio percorso lavorativo e per chi dovrebbe costituire il futuro del paese. Allo stesso tempo, la ricerca ha messo in luce significative disparità di genere in termini di reddito, con una situazione particolarmente critica all’interno dell’1% più ricco, dove le donne guadagnano pressappoco la metà rispetto agli uomini.

Questi dati riecheggiano allarme e necessità di cambiamenti strutturali nel sistema fiscale italiano, per non parlare dell’inevitabile questione della giustizia sociale e dell’equità economica. Il dibattito su come riformare il sistema tassativo del paese è più acceso che mai, richiedendo la piena attenzione dei policy-maker e il coinvolgimento della società civile. La speranza è che questo studio possa incentivare un dialogo costruttivo e concrete azioni per rivolgere la situazione, e costruire un futuro in cui il principio di capacità contributiva sia finalmente rispettato.