La giornata di contrattazioni alla Borsa di Milano si è conclusa con un incremento quasi impercettibile, collocando l’indice Ftse Mib a 34.318 punti, con un lieve progresso dello 0,03%. A caratterizzare la sessione sono stati scambi regolari, che hanno raggiunto un controvalore complessivo di oltre 2,18 miliardi di euro. Nonostante una partenza promettente, che ha visto l’indice salire fino a +0,5% in seguito ai dati sull’inflazione statunitense, l’andamento è poi stato frenato dall’incertezza legata alla stagione imminente delle trimestrali delle aziende.
Analizzando il mercato obbligazionario, il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi si è attestato a 132,3 punti, mostrando un leggero rialzo rispetto ai 131,5 punti dell’apertura, e rimanendo stabile rispetto alla chiusura precedente. Il rendimento annuo dei Btp ha visto una diminuzione di 7 punti, posizionandosi al 3,78%, un calo parallelo a quello registrato dai Bund tedeschi, che si sono fermati al 2,46%.
Nell’arena delle singole aziende, Inwit ha brillato lungo tutto l’arco della giornata con un apprezzamento del 3,47%. Anche Brunello Cucinelli ha mostrato una notevole crescita, guadagnando il 2,29% poco prima della divulgazione dei dati preliminari del suo primo semestre. Altri titoli in rialzo includono Erg (+1,85%), Campari (+1,73%), Prysmian (+1,64%) e Tim (+1,47%).
Sul fronte opposto, alcune istituzioni bancarie hanno registrato performance meno lusinghiere. Banco Bpm ha perso l’1,49%, seguito da vicino da Bper con una decrescita dell’1,37%. Anche Mps e Unicredit hanno mostrato cali rispettivamente del 1,3% e dell’1,28%. A presentare una dinamica meno volatile è stata la Banca Popolare di Sondrio, con un leggero calo dello 0,28%, mentre Intesa ha registrato un incremento dello 0,46%.
Altri titoli di interesse includono Moncler (+0,92%), Enel (+0,85%), Italgas (+0,8%) e Terna (+0,72%). Eni ha mostrato una variazione minima (+0,14%), riflettendo una tendenza generale di stabilità nel settore energetico europeo. Infine, Saipem ha subito una modesta perdita dello 0,47%, seguita da Saras che ha registrato un calo dello 0,22%, chiudendo a 1,62 euro per azione, leggermente sopra il prezzo target di 1,60 euro impostato per l’opera obbligatoria di ritiro delle azioni dal listino.
In conclusione, questa giornata di contrattazioni a Milano si è dimostrata cautamente ottimista, sebbene le incertezze legate alle prossime dichiarazioni dei bilanci aziendali continuino a pesare sull’atmosfera di mercato. Le leggere variazioni riflettono un panorama di prudenza e attesa, tipico di periodi caratterizzati da transizioni e nuove informazioni economiche cruciali.