
In un movimento imprevisto e carico di polemiche, Luciano Benetton ha annunciato il suo definitivo distacco dal gruppo di moda che portava il suo nome, un marchio globale che lui stesso aveva contribuito a fondare nel 1965. Non si tratta solo di un abbandono, ma di un vero e proprio strappo, rivelato attraverso un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale Luciano Benetton espone pesanti accuse nei confronti dell’attuale CEO, Massimo Renon, e del team manageriale.
La ragione del contendere risiede in ciò che Benetton ha definito un “drammatico buco di bilancio”, quantificabile, a suo dire, in circa 100 milioni di euro. Queste dichiarazioni hanno immediatamente scatenato un’ondata di reazioni. Da un lato, Renon ha preferito non replicare direttamente alle accuse, pur esprimendo la sua intenzione di difendersi in tribunale se necessario, dall’altro, i sindacati e l’ambiente lavorativo locale si sono trovati in stato d’allarme, pur ammettendo una perdita significativa, che comunque non era stata preventivata in tale gravità nel piano triennale.
Il nodo della questione pare centrarsi intorno alla gestione e alla trasparenza nelle operazioni di bilancio, un elemento che la holding Edizione, presieduta dal figlio di Luciano, Alessandro Benetton, insiste essere sempre stato sotto controllo, stando alle sostanziali somme iniettate nel gruppo negli ultimi anni – circa 350 milioni di euro.
Oltre alle turbolenze manageriali, vi è la prospettiva di un imminente cambiamento nella leadership aziendale. Edizione S.p.A. ha infatti annunciato di essere pronta a una “necessaria discontinuità” nel management, mirando a stabilizzare l’azienda attraverso un investimento aggiuntivo di 260 milioni di euro destinati al piano di riorganizzazione e rilancio di Benetton, il quale potrebbe includere un aumento di capitale tra le misure.
La crisi di Benetton non è un evento isolato. Il brand, con una presenza capillare in 80 paesi e più di 3.700 punti vendita, ha visto accumulare perdite che superano il miliardo di euro dal 2013 a oggi, una situazione che ha messo seriamente in dubbio la sostenibilità finanziaria dell’operato aziendale. Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl di Treviso, ha fatto appello ai Benetton affinché si aprano a una maggiore condivisione delle decisioni strategiche con i lavoratori, sfruttando l’ampio know-how aziendale.
Il rientro di Luciano nel 2018, dopo un’assenza iniziata nel 2012, era stato motivato dalla volontà di risollevare le sorti di un’azienda che, al momento della sua prima uscita, godeva di buona salute con un fatturato di 2 miliardi di euro e profitti consistenti. Il ritorno, però, si è scontrato con nuove realtà e sfide impreviste, culminando in questo amaro epilogo.
Con l’assemblea prevista per il prossimo 18 giugno, tutti gli occhi sono puntati sulle prossime mosse di Edizione e sulla capacità del gruppo di navigare attraverso questa tempesta, ristabilendo un equilibrio non solo finanziario, ma anche di fiducia e visione per il futuro. La storia di Benetton si trova ora a un bivio critico, e il modo in cui gestirà queste sfide potrebbe definire il suo percorso nei prossimi anni.