
In una significativa svolta per i lavoratori dei servizi di consegna e di taxi via app, il Consiglio dell’Unione Europea ha raggiunto un consenso per rafforzare i diritti dei cosiddetti “rider” e di altri professionisti impiegati tramite piattaforme digitali. La decisione, emersa durante l’ultima sessione dei ministri dell’occupazione, politica sociale, salute e consumatori, rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione del lavoro tramite piattaforme come Uber, Deliveroo e simili.
Il passaggio chiave è arrivato dopo una serie di trattative e revisioni, segnando la fine di un vicolo cieco che aveva visto gli Stati membri bloccare in precedenza un accordo analogo nel dicembre passato. Il nuovo compromesso enfatizza la necessità di adeguare le politiche lavorative alla realtà emergente dell’economia digitale, che influisce sulla vita di milioni di lavoratori in Europa.
Secondo le stime, circa 28 milioni di lavoratori in tutta l’UE sono attualmente impiegati tramite queste piattaforme, un numero predestinato a crescere fino a raggiungere i 43 milioni entro il 2025. Il fulcro dell’accordo è la creazione di un quadro normativo più solido per garantire che questi lavoratori godano di diritti comparabili a quelli dei lavoratori tradizionali, una novità assoluta per un settore spesso criticato per le sue pratiche di lavoro flessibili, ma precarie.
Le nuove regole, che si applicheranno a tutti i membri dell’UE, mirano a stabilire chiare linee guida sui diritti del personale delle piattaforme digitali. Tra i punti salienti vi è il riconoscimento della natura del rapporto di lavoro, che non dovrà più poggare su una definizione ambigua, bensì su criteri obiettivi che tengano conto delle reali condizioni lavorative. Questo rappresenta un enorme passo avanti per quei lavoratori che, fino ad ora, venivano classificati come indipendenti senza ricevere i benefici e le tutele del lavoro subordinato.
Inoltre, l’accordo provvisorio pone un accento particolare sulla trasparenza e la correttezza dei sistemi di gestione automatizzata, incluso l’uso degli algoritmi per assegnare i lavori e valutare le prestazioni. Sarà garantito al personale un diritto di spiegazione e di contestazione delle decisioni automatizzate, una misura che porta luce in un’area precedentemente oscura dell’economia digitale.
Infine, vi è la consapevolezza che l’approvazione di queste norme non rappresenti un capolinea ma l’inizio di un percorso di implementazione e adattamento. Gli Stati membri, insieme alle piattaforme e alle associazioni di lavoratori, dovranno ora collaborare strettamente per assicurare che le nuove regole siano applicate in maniera efficace e che il mercato del lavoro digitale possa evolversi in modo sostenibile e giusto.
Con questo accordo, l’Unione Europea si pone dunque all’avanguardia nella protezione dei diritti dei lavoratori nell’era dell’economia digitale, stabilendo un precedente che potrebbe influenzare il dibattito globale sulla regolamentazione del lavoro tramite piattaforme digitali.