
Nel contesto di un evento politico organizzato dalla Lega a Milano, Matteo Salvini ha lanciato pesanti critiche verso il presidente francese, Emmanuel Macron, definendolo un “criminale e destabilizzatore” a causa della sua politica estera, che a detta di Salvini, spinge l’Europa sull’orlo di un conflitto armato. Queste aspre dichiarazioni arrivano in un periodo di tensione crescente sul panorama geopolitico mondiale, in cui le relazioni tra le nazioni occidentali e la Russia sono particolarmente tese.
Durante il suo intervento, Salvini ha messo in dubbio la stabilità emotiva di Macron, ipotizzando che la sua condotta possa portare verso una pericolosa escalazione militare: “Non voglio che il mio destino, e quello dell’Italia, sia nelle mani di una persona instabile”, ha esordito Salvini, che ha poi continuato con una sfida diretta: “Macron, se vuoi combattere, indossa un elmetto e va’ tu stesso al fronte”. Queste parole riflettono una forte opposizione alla politica estera del presidente francese, spesso percepita come aggressiva nei confronti della Federazione Russa.
Non meno importante è il contesto in cui queste dichiarazioni si collocano, ovvero la previgilia delle elezioni per il Parlamento europeo. Salvini ha sfruttato l’occasione per delineare la visione di una Europa guidata dalle destre, lontana dagli errori del passato rappresentati da coalizioni che includono i socialisti e da tendenze interventiste in scenari di guerra internazionale. Ha caldeggiato una politica di difesa piuttosto che di attacco, posizionando la Lega come baluardo contro l’ingerenza militare in territori esterni, come l’Ucraina.
In riferimento alle scelte strategiche dell’Unione europea, ha condannato l’ipotesi di inviare soldati italiani in Ucraina o di usare il territorio nazionale come base per operazioni offensive contro la Russia, ipotizzando che tali azioni potrebbero innescare una terza guerra mondiale. Ha inoltre evidenziato un’aspra critica verso le politiche di immigrazione e di integrazione culturale, mettendo in guardia da quello che descrive come un assorbimento non regolato che potrebbe alterare l’identità italiana e europea.
Allargando lo sguardo ai diritti civili, Salvini ha toccato il tema dell’uguaglianza di genere, criticando le politiche che, a suo dire, non sostengano adeguatamente la libertà delle donne in alcune comunità culturali presenti in Italia. Ha ripreso inoltre il tema della protezione della famiglia tradizionale e delle imprese locali dalla concorrenza internazionale, in particolare quella asiatica.
Infine, in un commento che si distaccava dal contesto europeo, Salvini ha brevemente trattato il tema del rispetto reciproco tra le comunità religiose e culturali, definendo le frasi antisemite e discriminatorie come segno di ignoranza e retroguardia.
Con un discorso che intreccia la politica interna italiana, quella europea e la geopolitica globale, Salvini ha delineato la sua visione di un’Europa più coesa, pacifica e rispettosa delle sovranità nazionali, contrapponendosi apertamente alle correnti di pensiero che favoriscono interventismo e conflitto.