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Mediobanca, pilastro della finanza italiana dal dopoguerra a oggi

In ECONOMIA
Gennaio 24, 2025

Nel panorama finanziario italiano, la figura di Mediobanca emerge con prepotenza fin dalla sua fondazione nel 1946. Creata a Milano nel difficile contesto post-bellico, la banca ha avuto lo scopo di catalizzare il risparmio popolare verso la ricostruzione industriale del Paese. Da quei primi passi, Mediobanca si è affermata come un protagonista indiscusso della finanza italiana, sviluppando una forte presenza sia nel settore del credito che in quello assicurativo, in particolare attraverso una partecipazione significativa nel gruppo Generali, che la rende un attore chiave nel settore.

Il ruolo di Mediobanca nel tessuto economico e finanziario italiano va ben oltre la semplice erogazione di credito. Nel corso degli anni, il gruppo ha ampliato significativamente il suo raggio d’azione, diventando uno stratega di primo piano nelle principali manovre industriali e finanziarie del Paese. Esemplari sono le operazioni che hanno visto protagonisti giganti come Montecatini-Edison e Pirelli, o ancora più recentemente, le vicende legate a Telecom Italia. Questo profilo di banca d’investimento a tutto tondo è stato in gran parte plasmato dalla visione e dall’influenza di Enrico Cuccia, la cui leadership ha definito l’identità di Mediobanca fino alla sua scomparsa nel 2000.

L’era post-Cuccia ha segnato una nuova fase per Mediobanca, con l’espansione nei servizi di credito al consumo e l’avvicinamento al settore retail, culminato nel lancio di Chebanca, in seguito rinominata Mediobanca Premier. Questa diversificazione ha segnato il tentativo di adattarsi a un mercato in evoluzione, cercando di bilanciare le attività tradizionali con nuove opportunità di crescita.

Una questione particolarmente delicata nel percorso di Mediobanca è stata la definizione della sua governance. A lungo etichettata come il “salotto buono” della finanza italiana, la struttura azionaria di Mediobanca ha visto una significativa trasformazione con l’introduzione di soci privati alla fine degli anni ’80. Le dinamiche interne e le alleanze tra azionisti hanno spesso influenzato direttamente la strategia aziendale, generando dibattiti e contese su chi effettivamente controllasse le decisioni cruciali, come dimostrano le tensioni con figure di spicco del settore bancario come Alessandro Profumo e Cesare Geronzi.

L’analisi finanziaria più recente mostra che Mediobanca ha registrato un utile netto di 330 milioni di euro nel primo trimestre dell’esercizio 2024-2025, leggermente inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il contributo derivante dall’equity method con Assicurazioni Generali si è rivelato sostanziale, evidenziando ancora una volta l’importanza strategica della partecipazione nelle Generali per il gruppo.

In conclusione, osservando la traiettoria di Mediobanca, è evidente come la banca non sia solo un ente finanziario, ma un vero e proprio barometro dell’economia italiana. Con una storia tanto ricca quanto complessa, Mediobanca continua a giocare un ruolo cruciale nel modellare il futuro economico del paese, bilanciando tra innovazione e tradizione.