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Modeste Novità per le Start-up nel Nuovo DDL Concorrenza

In ECONOMIA
Luglio 26, 2024

Le recenti approvazioni nel Consiglio dei Ministri hanno acceso i riflettori su misure specifiche destinate a influire, anche se in maniera limitata, sul panorama delle start-up italiane. Secondo Pierluigi Feliciani, esperto del prestigioso studio legale Hogan Lovells, ci sono elementi positivi nel disegno di legge sulla concorrenza recentemente ratificato, anche se l’effetto generale potrebbe non essere rivoluzionario come alcuni speravano.

Una delle modifiche più significative riguarda la proroga del termine massimo per cui una start-up può figurare nella sezione speciale del registro delle imprese. La novità porta il limite da 5 a 7 anni, condizionato però dal fatto che la start-up operi in settori ritenuti strategici secondo la normativa del golden power. Questa estensione offre alle imprese emergenti più tempo per stabilizzarsi e crescere senza la pressione di dover immediatamente conformarsi agli standard di mercato previsti per le società più consolidate.

Tuttavia, Feliciani non manca di sottolineare una certa ambivalenza in questa modifica, visto che, nonostante i potenziali benefici, la normativa del golden power porta con sé una serie di incertezze interpretative. Questa normativa ha, negli anni, esteso considerevolmente il suo raggio d’azione, include talvolta anche società senza partecipazioni straniere. Ciò potrebbe complicare un po’ l’applicazione effettiva del nuovo termine di validità nel registro delle imprese per le start-up.

Un altro punto rilevante del ddl concorrenza è l’introduzione di un obbligo per gli enti di previdenza obbligatoria di destinare un minimo del 2% delle loro risorse in investimenti in fondi di venture capital. Questa disposizione è decisamente ben vista, poiché propone di canalizzare risorse economiche significative verso l’innovazione e lo sviluppo di nuove imprese, contribuendo così a rafforzare l’ecosistema imprenditoriale italiano.

Questa nuova imposizione richiederà però una fase di adattamento da parte degli enti previdenzionali, potenzialmente non abituati a gestire investimenti di questo tipo. Nonostante ciò, si tratta di una mossa che potrebbe generare importanti ritorni economici nel medio-lungo termine, sostenendo non solo le start-up ma anche l’economia nazionale nel suo insieme.

In conclusione, sebbene le innovazioni introdotte con il disegno di legge sulla concorrenza possano apparire marginali, nascondono opportunità non trascurabili che potrebbero definire una nuova traiettoria di crescita per le start-up italiane. È necessario, tuttavia, monitorare attentamente l’applicazione di tali misure e gli eventuali ostacoli interpretativi o burocratici che potrebbero emergere, garantendo che la normativa raggiunga effettivamente gli obiettivi prefissati.