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Napoli,  segue due ragazze in strada poi colpisce con un crick l’autista di un autobus che le difende.

In CAMPANIA, CRONACA, NAPOLI
Settembre 03, 2024
56enne denunciato dai Carabinieri.

Le lancette segnano le 4 e 45.  E’ l’alba di poche ore fa in via Provinciale San Gennaro, strada panoramica che s’inerpica da Agnano, scendendo fino a Pozzuoli.  E’ ancora buio ma l’autista di un autobus della linea Napoli-Monte di Procida ha l’occhio allenato.  Percorre quella tratta da tempo e conosce ogni metro di quell’asfalto.  Nota quelle due ragazze quasi subito. Le loro ombre si allungano grazie ai fari di un’auto. Chi è al volante le segue, poi si affianca. Dice loro qualcosa poi riprende il movimento convulso da traffico cittadino, prima marcia e freno.  Continua per diversi secondi così l’autista decide di rallentare.  Nessun passeggero a bordo e, se anche ve ne fossero, quelle ragazze sembrano in pericolo.  Ferma il bus, apre la porta e il fischio dei pistoni idraulici attira la loro attenzione.  L’uomo in auto le sta seguendo – spiega una delle due –  vuole farle salire.  Non vogliono farlo ma lui insiste.  L’autista dell’autobus ci aveva visto giusto. Invita le ragazze spaventate a salire, chiudendo le porte in faccia alle proteste e agli insulti dell’automobilista.  La storia non finisce perché quell’uomo approfitta di un semaforo rosso per avvicinarsi al grosso bus.  Il finestrino del guidatore è aperto, il volto di chi ha osato intromettersi è a portata di lancio. Così raccoglie un crick e lo lancia contro il conducente prendendolo in piena faccia.  Ferita e intontita, la vittima riparte e raggiunge il deposito.   E’ lì che chiamerà il 112.  I carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli arrivano in pochi istanti.  L’autista viene portato in ospedale e poi dimesso con 10 giorni di prognosi. Riesce a raccontare tutto, lo stesso faranno le due ragazze.   Identificato e denunciato l’uomo che ha scagliato il pesante crick.  Si tratta di un 56enne napoletano. Risponderà di lesioni aggravate e violenza a incaricato di pubblico servizio.

di Marco Iandolo