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Negoziare in Ucraina per la pace, prima che per la resa.

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Marzo 10, 2024
Le parole del Papa seguono quelle del presidente francese Macron che invitava gli stati europei a prepararsi a mandare truppe a difendere l’Ucraina invasa.

Papa Francesco parla alla Radio Televisione svizzera invitando il presidente ucraino Zelensky ad alzare bandiera bianca ed arrendersi.

“Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore. Il più forte è chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. La parola negoziare è coraggiosa. Non è una resa. Se vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, devi avere il coraggio di negoziare. Sì, hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia il mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. La Turchia, altri… E io sono qui… La guerra è una pazzia… C’è chi dice: è vero, ma dobbiamo difenderci. E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difendersi no: distruggere… C’è sempre qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi che significa soldi. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto: tutte finiscono con l’accordo”.

Le parole del Papa seguono quelle del presidente francese Macron che invitava gli stati europei a prepararsi a mandare truppe a difendere l’Ucraina invasa. E quelle della presidente della UE Ursula von der Leyen che nello svelare la strategia europea per l’industria della difesa lo scorso primo marzo auspicava ad uno sforzo economico pari a quello sostenuto per i vaccini in tempo di pandemia. Una deriva drammatica se si pensa che pure gli USA con Biden e la Nato ad oggi sono per la difesa con le armi a oltranza del suolo ucraino. Il nostro continente ha conosciuto tante guerre,  la nostra storia è fatta di guerre. Il secolo scorso è stato il più drammatico per il numero di morti nelle due guerre mondiali. La fine degli anni Ottanta ci hanno restituito immagini drammatiche, quasi in diretta, delle atrocità commesse nei Balcani. Ma con l’avvento dell’UE, del trattato di Shengen,  dell’euro, con il comune respingimento del fanatismo islamico, noi europei abbaiamo imparato ad apprezzare oltremodo il valore sconfinato della pace. Per questo le parole di Macron e von der Leyen sono suonate stonate a noi europei.

La pace è un bene assoluto, non è vero che per difenderla bisogna armarsi fino ai denti, non certo di cannoni e bombe. Elevare il livello culturale delle nostre comunità, sostenere il valore della democrazia in tutti gli ambiti della vita pubblica, e con essa l’etica illuminista, ciò mette veramente al sicuro la vita degli stati e il futuro delle comunità avanzate.

Le parole del Papa non capitano per caso, le diplomazie si stanno muovendo, oggi il premier inglese Sunak ha dichiarato che la guerra russo-ucraina può finire solo al tavolo dei negoziati. Probabilmente in questo momento l’ostacolo è l’orgoglio di alcuni leader che in questi due anni si sono spesi molto per fare propaganda d’odio contro il nemico e ricevere sostegno in armi. Si pensi a Zelensky, la cui faccia non sarebbe più presentabile a un paese che ha visto perdere centinaia di miglia di uomini per doversi comunque arrendere al nemico. Ma l’orgoglio di un uomo non può valere il futuro dell’Europa. Sedersi al tavolo della diplomazia per trattare la pace è diverso che trattare la resa. Per la prima ci vuole coraggio come quello necessario a salvare anche solo una vita.

di Fabrizio Camastra