L’ultima manovra presentata in Parlamento mostra un netto orientamento verso il supporto delle famiglie italiane, introducendo misure volte ad aumentare la natalità e ad offrire sostegno concreto ai nuclei più numerosi. È un segnale forte di una politica che sceglie di investire sul futuro del paese, stabilendo nuove regole per le detrazioni e inserendo incentivi mirati.
Un dei punti focali della manovra è la revisione delle detrazioni fiscali, che ora saranno modulate in base al reddito e alla composizione familiare. Per i single e per le famiglie con redditi elevati sono previste strette significative: per esempio, le spese detraibili per chi non ha figli e guadagna tra 75 e 100 mila euro sono ora limitate a un massimo di 7 mila euro, mentre chi supera i 100 mila euro di reddito potrà dedurre fino a 4 mila euro. La disposizione diventa più generosa con l’aumentare del numero di figli: fino a 14 mila euro di spese detraibili per le famiglie con tre figli o con un bambino disabile nel medesimo intervallo di reddito.
Sul fronte delle agevolazioni, si segnala l’introduzione del “bonus nuove nascite”. A partire dal 1 gennaio 2025, ogni figlio nato o adottato potrà garantire ai suoi genitori un bonus di mille euro, purché l’Isee della famiglia sia inferiore ai 40 mila euro. Questa misura prevede un investimento di 330 milioni di euro nel 2025 e di 360 milioni nel 2026, un segno tangibile dell’importanza che il governo attribuisce alla crescita demografica.
Viene inoltre estesa la detassazione per le mamme lavoratrici anche agli autonomi con figli, purché il reddito non superi i 40 mila euro. Questa estensione mira a sostenere in modo più omogeneo tutte le lavoratrici madri, indipendentemente dalla tipologia del loro contratto di lavoro.
Un altro tassello importante è il rafforzamento e la strutturalizzazione del bonus nido, che non solo viene aumentato ma esteso a tutte le famiglie con Isee fino a 40 mila euro, abolendo il requisito che beneficiassero solamente coloro che avevano già un altro figlio di età inferiore a 10 anni. A questo si aggiunge anche l’adeguamento del congedo parentale, che viene elevato all’80% della retribuzione per i primi tre mesi fino al sesto anno di vita del bambino.
Un’altra novità è la norma che spinge alla maggiore indipendenza dei giovani, facendo decadere la possibilità di detrarre i figli a carico che superano i 30 anni di età, qualora non siano lavoratori. È una mossa che, oltre a incentivare l’autonomia dei giovani adulti, riflette una strategia di risparmio che si riverserà nel finanziamento delle misure a sostegno della natalità.
La nuova legislazione prevede pure incrementi significativi nei fondi destinati al sostegno degli indigenti e all’acquisto di beni di prima necessità, evidenziando una sensibilità verso le condizioni di disagio sociale ed economico che persistono nel paese. Un aumento di 50 milioni di euro annui è previsto per la distribuzione di derrate alimentari ai bisognosi a partire dal 2025.
Queste misure rappresentano un cambiamento sostanziale nel tessuto delle politiche fiscali e sociali italiane, ponendo l’accento su una politica di supporto alle famiglie e incoraggiamento alla natalità, nonché su una redistribuzione delle risorse che privilegia i nuclei più vulnerabili e numerosi. La manovra segna un passo significativo verso un approccio più inclusivo e sostenibile, riconoscendo l’importanza di un investimento mirato nelle nuove generazioni e nel sostegno alle famiglie.