La storia, si sa, è maestra di vita, ma è anche custode del più profondo dolore umano. Questo è stato palpabile nel corso della recente commemorazione della strage di Gorla, avvenuta nel 1944, che ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un evento che, a distanza di ottant’anni, continua a essere un simbolo tragico della brutalità della guerra e del suo impatto devastante sulle vite innocenti.
La scena era quella di un solenne ritrovo presso il sito della memoria, a Milano, dove il capo dello Stato ha incontrato i sopravvissuti e i loro familiari. Una commemorazione resa ancor più emotiva dalla presenza di chi quei momenti di terrore li ha vissuti in prima persona. Durante l’incontro, il presidente Mattarella ha definito l’evento come una “catastrofe inconcepibile e schiacciante”, riconoscendo l’immensità del dolore che ancora persiste.
La strage di Gorla è avvenuta il 20 ottobre 1944, quando un bombardamento alleato colpì accidentalmente una scuola, uccidendo 184 bambini. Questo tragico evento è inciso nella memoria collettiva italiana come emblematico delle sofferenze civili durante i conflitti armati.
Nel suo discorso, il presidente ha sottolineato l’importanza del ricordo, ribadendo che “la memoria di questa ingrata giornata non può e non deve essere dimenticata—una ferita ancora aperta nel cuore della nostra storia nazionale”. Si è rivolto poi direttamente a Graziella Ghisalberti, una delle sopravvissute, la quale ha condiviso le toccanti memorie di quel giorno, tra cui i nomi di chi perse la vita e di chi scampò miracolosamente alla morte.
Le parole di Mattarella hanno richiamato la collettività al dovere del ricordo, sottolineando che quella memoria “vale per tutti, non solo per i presenti”. È evidente l’intento di trasmettere alle nuove generazioni la gravità di tali eventi, affinché le lezioni del passato possano guidare un futuro fondato sulla pace e il rispetto reciproco.
L’atto di ricordare non è solo un tributo alle vittime, ma un impegno attivo nel riconoscere e respingere le atrocità che la guerra comporta. Colpisce l’impegno del presidente a mantenere vivo questo ricordo, mostrando che la responsabilità della memoria è un fardello condiviso, da portare avanti con onore e serietà.
Inoltre, l’incontro è servito a riflettere sul ruolo che ciascuna persona può giocare nella conservazione della memoria storica. Mattarella, parlando ai familiari delle vittime, ha riconosciuto come ogni racconto, ogni nome ricordato, costruisca un ponte tra il passato e il futuro, tra chi ha vissuto direttamente la guerra e chi ne conosce solo il resoconto storico.
L’iniziativa del Presidente rappresenta un significativo momento di riflessione per l’Italia intera, un’occasione per rivalutare il passato con uno sguardo critico ma anche compassionevole, riaffermando il valore imprescindibile della pace. La tragedia di Gorla non è solo un capitolo di storia da studiare, ma una silente maestra che continua a insegnare attraverso il dolore di chi ha vissuto quelle ore buie, e la solennità di chi oggi si impegna a ricordare.