Le piazze finanziarie europee mostrano un definitivo recupero mentre gli investitori rivolgono la loro attenzione verso la Riunione della Federal Reserve degli Stati Uniti. Dopo i recenti turbamenti politici statunitensi e le elezioni, il panorama borsistico si stabilizza, anticipando una possibile leggera diminuzione dei tassi di interesse di un quarto di punto. Questa sera, il presidente della Fed, Jerome Powell, terrà una conferenza stampa che si preannuncia cruciale per comprendere i futuri orientamenti della politica monetaria americana.
Negli ultimi tempi, le aspettative di un ulteriore taglio dei tassi per il prossimo anno si sono ridimensionate. Ciò è principalmente attribuito alle politiche dell’amministrazione Trump, che molti osservatori ritengono possano aggravare la pressione inflazionistica. Ciononostante, nel Regno Unito gli interessi hanno ripreso a scendere dopo una pausa di qualche mese, con la Bank Of England che ha ridotto i tassi al 4,75%, decisione che per il momento non ha influenzato notevolmente l’indice della Borsa di Londra, il quale segna un timido +0,1%.
Nel frattempo, il continente europeo registra un rinvigorimento dei settori tecnologico e industriale. L’indice Stoxx 600 Europeo segna un incremento di quasi un punto percentuale. Specificatamente a Milano, il Ftse Mib cresce dello 0,6%, con particolare evidenza per Banco Bpm che guadagna il 10,5% in seguito all’offerta pubblica di acquisto su Anima, che a sua volta registra un aumento del 10,4%. Iveco si distingue con un notevole +9,8%, mentre altre aziende come Bper e Azimut avanzano di +4,9% e +5,1% rispettivamente. Al contrario, Snam e Prysmian mostrano una flessione, calando del 2,7% e del 2,8%.
Da notare che la turbolenza politica in Germania non ha scosso il mercato di Francoforte, che invece guadagna un robusto +2%. Parigi sale dello 0,88%, nonostante le perdite di Air France/Klm, che cede l’11% a seguito della pubblicazione dei risultati finanziari.
Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi, lo spread, mostra un miglioramento passando da 134 a 130 punti base. L’interesse sulle obbligazioni italiane a dieci anni si attesta al 3,73%.
Per quanto riguarda le materie prime, assistiamo a un decremento del prezzo del petrolio, con il WTI che scende a 71 dollari al barile (-0,6%) e il Brent a 74,5 dollari (-0,5%). Anche il gas mostra una variazione, dimezzando i suoi guadagni precedenti e posizionandosi a 40,6 euro per megawattora.
A concludere il quadro economico è il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro, con la moneta unica europea che balza a 1,815 rispetto al biglietto verde. Questa variazione riflette un crescente ottimismo nel blocco euro, ma anche incertezze persistenti sull’economia globale che continuano a influenzare le strategie degli investitori.
In sintesi, mentre gli occhi del mondo finanziario sono puntati sulla Fed, l’Europa mostra segni di vitalità che potrebbero preludere a un periodo di stabilità monetaria, cruciali per la salute economica della regione nel lungo termine.
