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Proteste alla Stellantis di Mirafiori: La Rabbia degli Operai in Cassa Integrazione

In ECONOMIA
Ottobre 17, 2024

Nel freddo pomeriggio del 17 ottobre, davanti alla storica Palazzina di corso Agnelli a Mirafiori, i lavoratori delle carrozzerie, temporaneamente senza occupazione a causa della cassa integrazione in atto fino al prossimo 4 novembre, hanno espresso il loro dissenso. Una protesta organizzata dalle principali federazioni sindacali del settore metalmeccanico ha colorato di umanità e richieste il grigio del cielo piemontese, anticipando uno sciopero più ampio previsto per il giorno seguente.

L’azione sindacale non rappresenta un fulmine a ciel sereno ma segue una serie di mobilitazioni che hanno avuto inizio il 12 aprile dello stesso anno. In quella data, Torino si è trasformata nel catalizzatore della tensione lavorativa per Stellantis, con un primo sciopero che ha messo in luce la crescente preoccupazione per il futuro dell’auto e dei suoi operai. La pressione si è accresciuta il 12 giugno, quando i lavoratori hanno nuovamente mostrato il loro malcontento di fronte al Comune, sottolineando una crescente esigenza di rinnovamento industriale e salvaguardia del lavoro.

Durante il presidio, i lavoratori hanno ribadito l’importanza di non essere lasciati alle spalle da un colosso dell’automobile come Stellantis, che pare disertare un confronto aperto e costruttivo con le parti sociali. Le testimonianze raccolte sottolineano una richiesta chiara: riaprire i tavoli di negoziazione e andare oltre la mera assistenza economica temporanea.

Rocco Cutrì, segretario generale del sindacato Fim di Torino, ha rilanciato un appello pressante a chi dirige le operazioni dalla cima della Palazzina di Mirafiori, un luogo simbolico che domina il panorama industriale della città. Le sue parole risuonano come un monito: il dialogo non può e non deve esaurirsi in trattative superficiali e deve, invece, tradursi in un impegno concreto, in progetti di rilancio capillari e nel sostegno attivo all’occupazione.

I partecipanti alla protesta hanno pure evidenziato l’interdipendenza tra il destino dei lavoratori direttamente impiegati da Stellantis e quelli delle aziende dell’indotto, come è il caso dei dipendenti della Lear, anche loro presenti al presidio. Questa sinergia sottolinea l’urgente necessità di strategie che non considerino l’automotive isolato dal contesto economico e sociale in cui si inscribe.

Il governo è dunque chiamato a un ruolo non marginale nella risoluzione di queste tensioni. Serve una politica industriale che non si limiti al sostegno economico passivo, ma che si faccia promotrice di una visione lungimirante, propulsiva, capace di anticipare le crisi invece di correre ai ripari.

L’incontro del 17 ottobre a Mirafiori, quindi, più che un semplice sfogo di frustrazioni, si pone come un cruciale campanello d’allarme per tutte le parti coinvolte: lavoratori, sindacati, aziende e istituzioni. Il dialogo sincero e le azioni concrete sono l’unico percorso per un settore automobilistico italiano che vuole rimanere competente sul palcoscenico globale, salvaguardando allo stesso tempo il suo capitale umano. Questo evento non solo precede ma prepara il terreno a uno sciopero nazionale che, con prevedibile certezza, riecheggerà le istanze di Torino in tutto il paese, elevando la protesta dalle vie locali a uno scenario nazionale.