
Durante una recente manifestazione a Bruxelles, la CGIL ha espresso un forte appello alle istituzioni europee e nazionali, evidenziando la crescente necessità di una strategia industriale coordinata a livello europeo per salvaguardare il futuro del lavoro nel settore industriale. Questo evento, organizzato da IndustriALL, la Federazione Europea dei Sindacati dell’Industria, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti sindacali e lavoratori, preoccupati per le attuali politiche di austerità e deregolamentazione.
Il segretario confederale della CGIL, Pino Gesmundo, ha chiarito la posizione del sindacato affermando che le misure finora adottate non sono state sufficienti a proteggere adeguatamente i lavoratori. Gesmundo ha criticato aspramente le politiche di deregolamentazione e gli accordi commerciali che, a suo avviso, favoriscono una concorrenza sleale e minacciano la stabilità dell’occupazione. In un contesto di crescente incertezza economica aggravata dalla crisi energetica e dal riacutizzarsi delle tensioni commerciali internazionali, le sue parole suonano come un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Una delle misure proposte da Gesmundo comprende l’istituzione di una moratoria sui licenziamenti in tutta l’Unione Europea e un rinnovato intervento dello Stato nell’economia, per assicurare la protezione dei posti di lavoro esistenti e la creazione di nuove opportunità occupazionali. L’accento è posto su un piano di rilancio industriale incentrato sugli investimenti in settori chiave come la produzione manifatturiera e su un supporto deciso all’innovazione e alla ricerca.
Il richiamo di Gesmundo si estende anche alla necessità di un coordinamento più efficace a livello di politiche energetiche e di un riordino del sistema che tenga conto delle sfide imposte dalla transizione ecologica. Un punto particolarmente sentito riguarda la proposta di un nuovo ammortizzatore sociale che possa facilitare questa transizione senza sacrificare la sicurezza economica dei lavoratori.
Questo appello alla creazione di un ‘piano industriale europeo’ non è solo un invito a riconsiderare le politiche di intervento economico, ma è anche un’espressione di una crescente preoccupazione per l’impatto socio-economico della globalizzazione e delle tecnologie disruptive. La CGIL sollecita una risposta solidale da parte dei governi europei e un impegno a adottare misure condivise, al fine di garantire non solo la competitività industria…