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Riforma del lavoro sportivo: gli emendamenti del decreto Milleproroghe

In SPORT
Febbraio 15, 2024
Nuove proroghe e misure per gli addetti del settore: il punto del Ministro Abodi

Il panorama del lavoro sportivo in Italia sta vivendo una fase di significativa transizione, grazie agli emendamenti approvati nel contesto del decreto Milleproroghe che ha riscosso recentemente l’attenzione delle istituzioni e degli addetti ai lavori. Il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, ha messo in luce il percorso di attuazione graduale delle nuove norme che mirano a equilibrare gli interessi dei lavoratori sportivi e dei datori di lavoro del settore, in particolar modo delle associazioni e società sportive dilettantistiche.

Tra le novità introdotte, si evidenzia l’esenzione dal versamento della ritenuta alla fonte per gli atleti che ricevono premi fino a 300 euro provenienti da manifestazioni sportive dilettantistiche, una misura che alleggerisce il carico fiscale sui piccoli riconoscimenti delle prestazioni sportive. In aggiunta, si estende il termine per gli adempimenti legati al Registro delle attività dilettantistiche, che sposta al 31 marzo 2024 la scadenza entro cui devono essere effettuate le comunicazioni al centro dell’impiego e il libro unico del lavoro per evitare sanzioni.

Rilevante anche la proroga al 30 giugno 2024 per la scelta del regime previdenziale da parte di istruttori e direttori tecnici, decisione che offre un arco di tempo maggiore per valutare l’opzione più adeguata alle proprie necessità professionali e contributive. Il Ministro Abodi sottolinea il lavoro in corso d’opera per il miglioramento continuo delle normative, evidenziando l’importante ruolo dell’Osservatorio sul lavoro sportivo, organo di nuova istituzione che analizza l’effetto delle norme introdotte, ascolta le parti interessate e valuta modifiche per potenziarne efficacia e sostenibilità.

Questa dinamica si inquadra in un contesto in cui lo sport italiano sta cercando di adeguarsi alle nuove richieste del lavoro contemporaneo, garantendo al contempo la tutela dei lavoratori del settore e la competitività delle organizzazioni che operano in tale ambito. Resta da vedere come queste riforme saranno recepite dalla comunità sportiva e quali impatti concreti avranno nel medio-lungo periodo, ma è chiaro che l’intento del legislatore è quello di favorire uno sviluppo armonico e sostenibile del lavoro sportivo nel nostro Paese.