Il settore del risparmio gestito italiano ha inaugurato l’anno nuovo con una partenza a rilento, registrando a gennaio una raccolta netta alquanto deludente. Secondo i dati preliminari diffusi da Assogestioni, il saldo tra sottoscrizioni e rimborsi ha mostrato una raccolta netta negativa pari a 2,6 miliardi di euro, segnalando un attento osservare da parte degli investitori nell’allocare le proprie risorse in un periodo ancora incerto.
Nonostante questo esordio non propriamente brillante, il patrimonio complessivo gestito dal settore ha evidenziato un incremento, attestandosi a 2.342 miliardi di euro. Tale crescita non è frutto di nuove sottoscrizioni, ma bensì di un effetto performance, che si è reso positivo per lo 0,3%. Quest’ultimo rappresenta un indicatore del valore aggiunto dalle società di gestione del risparmio, grazie all’andamento positivo di alcuni segmenti di mercato che hanno saputo offrire rendimenti allettanti nonostante la complessità dei contesti economici e finanziari.
Il dettaglio dei fondi aperti rivela come gli obbligazionari abbiano esibito un trend contrapposto rispetto al quadro generale, accumulando a gennaio afflussi netti per 5,53 miliardi di euro. Ciò denota una preferenza degli investitori per strumenti ritenuti più difensivi, nel tentativo di proteggere il capitale in periodi di volatilità e incertezza come questi.
D’altra parte, la raccolta complessiva si è mantenuta negativa, principalmente a causa delle performance non positive di altre categorie di fondi: gli azionari hanno sofferto deflussi per 2,18 miliardi, segnando una marcata avversione al rischio; i fondi bilanciati e i flessibili hanno registrato perdite rilevanti, rispettivamente di 1,9 miliardi e 2,77 miliardi di euro, rivelando come la cautela sia stata la parola d’ordine del mese di gennaio.
Anche le gestioni di portafoglio hanno rispecchiato una situazione di sostanziale stabilità, con una lieve raccolta netta negativa di 429 milioni di euro. Tale risultato nasce dalla differenza tra i deflussi, pari a 687 milioni di euro, provenienti dalle gestioni istituzionali e i 257 milioni di euro di afflussi registrati verso le gestioni retail; una dinamica che illustra due approcci differenti da parte degli investitori a seconda della loro dimensione e capacità di assunzione del rischio.
In conclusione, il panorama attuale del risparmio gestito in Italia appare quindi segnato da una generale prudenza da parte degli investitori, conscio delle sfide che il contesto economico-finanziario globale continua a proporre. Gli operatori del settore, tuttavia, non mancano di sottolineare l’importanza di una pianificazione d’investimento a lungo termine, al fine di navigare le correnti di mercato con saggezza e strategia.
