309 views 3 mins 0 comments

Ristrutturazione Bancaria: Tra Declino degli Sportelli e Ascesa del Private Banking

In ECONOMIA
Luglio 25, 2024

L’evoluzione del panorama bancario italiano continua a segnare un trend preoccupante per quanto riguarda la presenza fisica delle filiali, mentre emerge una spiccata predilezione per il settore del Private Banking. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che ha analizzato i dati resi pubblici dalla Banca d’Italia e dall’Istat al 30 giugno 2024, il primo semestre dell’anno ha registrato una considerevole contrazione nel numero degli sportelli bancari.

Con 163 chiusure complessive, il saldo netto si definisce in una perdita di 62 filiali, a seguito di 101 nuove aperture. Quest’ultime sono state prevalentemente inaugurate da Banca Private Cesare Ponti, sussidiaria del gruppo Bper, distribuite in maniera quasi omogenea sul territorio nazionale, escluso alcune zone del Sud Italia. Tuttavia, è importante sottolineare che tali nuove aperture non rappresentano espansioni effettive, ma piuttosto riconfigurazioni di spazi esistenti dedicati esclusivamente al private banking.

Il fenomeno osservato sottolinea una tendenza in crescita verso la specializzazione dei servizi bancari, dove l’attenzione si concentra sempre più sulle esigenze di una clientela facoltosa, disposta a investire grandi capitali per servizi personalizzati e consulenze esclusive. Questo shift segnala una polarizzazione del mercato bancario che potrebbe avere ripercussioni sulla disponibilità e l’accessibilità dei servizi bancari per la clientela meno abbiente o per le comunità situate in aree meno profittevoli.

Un aspetto cruciale di tale trasformazione riguarda l’impatto sulla filosofia operativa delle banche. Con una progressiva digitalizzazione e l’affermarsi di nuovi paradigmi finanziari, le banche si trovano a ripensare il proprio modello di business. La chiusura o riconfigurazione degli sportelli non solo riflette crescenti pressioni costi-benefici, ma anche un adattamento alle mutate preferenze dei consumatori, che sempre più spesso optano per soluzioni bancarie online.

Questa digitalizzazione forzata può comportare vantaggi, come una maggiore efficienza e minori costi operativi, ma solleva anche questioni di inclusione finanziaria e territorialità dei servizi. Se da un lato le aree urbane possono beneficiare di una transizione fluida verso il banking digitale, le zone meno densamente popolate rischiano di trovarsi marginalizzate da questi cambiamenti, con il rischio di ampliare ulteriormente il divario economico tra città e campagna.

L’indirizzo preso dalle maggiori istituzioni bancarie verso un eloquente focus sul private banking rischia inoltre di compromettere il tradizionale ruolo sociale della banca come entità promotrice di sviluppo economico capillare e inclusivo. La specializzazione e l’alta personalizzazione del servizio tendono a soddisfare le esigenze di una nicchia di mercato piuttosto che sostenere lo sviluppo economico più ampio e diffuso.

In conclusione, mentre i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl forniscono un’illustrazione chiarificatrice del percorso che il settore bancario sta intraprendendo in Italia, emerge l’essenzialità di una riflessione approfondita sul futuro dei servizi finanziari e sul loro impatto sociale. La transizione verso il private banking e la digitalizzazione potrebbero equivalere a un miglioramento del servizio per alcuni, ma è vitale assicurare che tali trasformazioni non lascino indietro larghe fasce della popolazione, già vulnerabili a disuguaglianze economiche esistenti.