Dal giorno di oggi, le strade italiane accolgono ufficialmente le normative aggiornate del Codice della Strada. Tuttavia, nonostante l’intento di modernizzare e rendere più sicuro il traffico urbano, il nuovo assetto normativo sta sollevando non poche preoccupazioni specialmente nel settore dei monopattini elettrici.
Il nuovo Codice della Strada impone il rispetto di rigidi divieti di circolazione per i monopattini elettrici, oltre all’obbligo di indossare il casco, di registrare il mezzo con una targa e di sottoscrivere una copertura assicurativa. Tali requisiti, sebbene formulati per garantire sicurezza e ordine nelle aree urbane, sono stati ricevuti con crescente allarme dagli stakeholder del settore.
Rappresentanti dei consumatori, come quelli di Consumerismo No Profit, insieme agli operatori dello sharing, riuniti sotto l’egida di Assosharing, e i principali attori dell’industria dei monopattini elettrici come Platum e Attiva, si sono espressi in modo critico. Queste entità, insieme ai rivenditori, hanno formato l’Alleanza per la Mobilità Sostenibile per sollecitare un intervento urgente del governo. L’intento è quello di rivisitare quelle parti del Codice che rischiano di assestare un colpo severo alla micro-mobilità, un settore che non solo contribuisce significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2 e di particolato fine ma gioca anche un ruolo cruciale nel decongestionamento del traffico urbano.
Il contesto normativo attuale potrebbe, secondo gli esperti del settore, non solo disincentivare l’uso di questi mezzi eco-sostenibili, ma addirittura condurli verso un declino inevitabile. Tale scenario sarebbe un regresso per l’innovazione in campo di trasporto urbano, in un’epoca dove la sostenibilità e l’efficienza sono più cruciali che mai.
La questione è divenuta tanto spinosa da attirare l’attenzione di vari attori sociali e economici che vedono nella micro-mobilità non solo un’opportunità di business, ma una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire gli spostamenti urbani. Nel tentativo di mediare tra la sicurezza pubblica e la praticità operativa, si delineano già alcune possibilità di dialogo tra governo e rappresentanti del settore.
Tuttavia, resta una certa urgenza di adeguare il Codice in modo che non penalizzi unduly un settore in crescente espansione e fondamentale per la transizione ecologica del sistema dei trasporti. La sfida sarà quella di trovare un equilibrio tra regolamentazione e innovazione, due forze spesso in tensione ma entrambe necessarie per garantire un futuro più verde e interconnesso.
In quest’ottica, l’Alleanza per la Mobilità Sostenibile propone un approccio più flessibile e inclusivo, che preveda regole chiare ma anche realizzabili, capace di tutelare sia la sicurezza dei cittadini che l’ambiente, senza ostacolare la crescita di un settore chiave come quello della micro-mobilità. La speranza è che la voce collettiva di questi attori possa guidare il legislatore verso modifiche normative che sappiano coniugare prudenza e progresso.
La strada da percorrere è ancora lunga e i dibattiti saranno intensi, ma è indispensabile che ogni decisione futura sia presa con una visione chiara e condivisa sul ruolo della micro-mobilità nelle città del domani. Con la collaborazione di tutti gli interessati, le vie italiane potranno diventare un modello di mobilità sostenibile, sicura e efficiente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità globale.