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Sciopero del trasporto pubblico a Roma: un segnale di malessere sindacale e di crisi industriale

In ECONOMIA
Ottobre 29, 2024

La giornata del 28 ottobre ha rappresentato un capitolo critico per il sistema del trasporto pubblico di Roma, con lo sciopero generale che ha paralizzato metro, autobus e tram, generando notevoli disagi per residenti e turisti. Questo stop è stato proclamato dalle organizzazioni sindacali USB Lavoro Privato e ORSA, le quali hanno sottolineato la necessità di affrontare questioni urgenti quali la sicurezza del personale, il carico di lavoro gravoso e l’adeguatezza delle retribuzioni.

Con la completa chiusura delle linee metro A, B/B1, C e della ferrotramvia Termini-Centocelle, e con corse ridotte per i bus, il servizio è stato assicurato solamente in specifiche fasce orarie, da inizio servizio fino alle 8:29 del mattino e dopo nel tardo pomeriggio, dalle 17:00 alle 19:59, come notificato da ATAC, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico in città.

Tuttavia, questo evento non è un caso isolato, bensì l’antefatto di un ulteriore sciopero annunciato per l’8 novembre, questa volta su scala nazionale. Le federazioni sindacali di categoria tra cui FILT CGIL, FIT CISL, UILtrasporti e altre, hanno manifestato l’intenzione di organizzare uno sciopero di 24 ore, senza garantire la minima prestazione nei momenti di picco, per incitare il governo a procedere al rinnovo del contratto di lavoro scaduto da dieci mesi.

Durante una conferenza stampa, così come annunciato, i sindacati hanno esposto le proprie preoccupazioni riguardo la mancanza di misure concrete per rafforzare il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale nella nuova manovra finanziaria. Eugenio Stanziale, segretario nazionale della Filt Cgil, ha criticato l’esecutivo per non aver previsto risorse aggiuntive, necessarie nel contesto di un rinnovo contrattuale già problematico. “La mancanza di un adeguato finanziamento”, ha affermato Stanziale, “evidenzia una carenza di volontà politica di garantire un servizio efficace ai cittadini.”

Le preoccupazioni non riguardano solo i sindacati ma anche le associazioni di categoria del settore come AGENS, ANAV e ASSTRA che lamentano l’insufficienza della dotazione di 120 milioni di euro prevista solo per il 2025. Queste associazioni sostengono che il Fondo nazionale trasporti, a fronte di un’inflazione crescente, abbia subito una sostanziale riduzione dei suoi valori reali, calando di circa 800 milioni di euro annuali. L’appello è dunque per un incremento significativo e una stabilizzazione dei fondi durante l’approvazione parlamentare.

Tramite questi episodi di sciopero e queste richieste di rinnovamento contrattuale e di aumento del finanziamento al settore, si evidenzia una crisi più ampia nel settore del trasporto pubblico. Non solo emergono questioni legate alle condizioni lavorative e al benessere degli addetti ai lavori, ma si solleva anche il problema di un sistema che sembra sempre più incapace di sostenersi economicamente in assenza di un intervento statale deciso e lungimirante.

L’evoluzione di questa situazione sarà cruciale per determinare la qualità della vita quotidiana dei cittadini romani e la capacità dell’Italia di promuovere una mobilità sostenibile e efficiente in un’era di rapidi cambiamenti urbani e climatici. La risposta del governo e delle autorità locali nei prossimi mesi sarà quindi decisiva per risolvere non solo le tensioni immediate ma anche per pianificare un futuro più stabile e funzionale per il trasporto pubblico nazionale.

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Redazione