La recente seduta del Consiglio Regionale della Sardegna ha segnato un momento cruciale per l’industria locale con l’approvazione di un ordine del giorno, unanimemente sostenuto, che ribadisce il sostegno alla vertenza della Glencore a Portovesme. Questa decisione arriva alla vigilia di un incontro decisivo con il Ministero dello Sviluppo Economico, previsto per la serata seguente, e manifesta un chiaro segnale politico e sociale di unità.
Emanuele Madeddu, rappresentante della Filctem CGIL, ha accolto con favore questa mossa, interpretandola come un rinforzo significativo alla causa dei lavoratori e all’importanza della permanenza dell’industria in Sardegna. “L’approvazione è un segnale politico di rilievo che incoraggia e supporta la discussione in programma con il governo,” ha affermato Madeddu. “È fondamentale che, oltre al mantenimento delle attività produttive, siano affrontate con determinazione anche questioni strutturali urgenti, come quella energetica, che impattano direttamente sul futuro industriale dell’isola.”
Vincenzo Lai, della Femca CISL, ha enfatizzato l’importanza della solidarietà trasversale dimostrata in Consiglio, che supera le divisioni politiche per concentrarsi sugli interessi collettivi: “La vittoria in Consiglio dimostra che le preoccupazioni per il futuro di Portovesme trascendono le ideologie, unendo sotto una stessa bandiera amministratori locali e regionali, assessori e la comunità sindacale.”
Dal canto suo, Renato Tocco, esponente dell’UILTEC, ha assistito alla sessione esprimendo soddisfazione per il consenso bipartisan ottenuto e ha posto l’accento sulla necessità di un intervento governativo deciso nell’incontro imminente con la Glencore. “È imperativo che il governo agisca con determinazione per tutelare l’integrità territoriale e lavorativa del Sulcis, una zona che ha già pagato un prezzo elevato in termini di sacrifici economici e sociali,” ha dichiarato Tocco.
L’unità mostrata in Consiglio suggerisce una rinnovata comprensione dell’importanza strategica dell’industria per la Sardegna, regione già provata da sfide economiche significative. La resoluta presa di posizione arriva in un momento in cui la stabilità lavorativa e la sostenibilità industriale sono più vulnerabili che mai, amplificate dalle incertezze economiche globali e dalla crisi energetica che preme sull’Europa.
In questo contesto, l’ordine del giorno del Consiglio regionale non è solo una formalità politica, ma un impegno attivo a sostegno del tessuto industriale e sociale di una delle regioni più uniche d’Italia. La sfida ora è trasformare questa solidarietà in azioni concrete che possano garantire un futuro sostenibile per Portovesme e per l’intera comunità del Sulcis, preservando i posti di lavoro e incentivando una politica industriale che tenga conto delle specificità territoriali e delle esigenze ambientali.
Manca poco all’incontro con il Ministero e le attese sono alte. La speranza è che la voce unita della Sardegna venga ascoltata, che le strategie discusse portino a soluzioni efficaci e che Portovesme possa continuare a essere un simbolo di resilienza industriale nel Mediterraneo.