
Con l’operazione definitiva di delisting delle azioni Tod’s da Euronext Milan, si chiude un capitolo significativo nella vita di questa azienda iconica dell’alta moda italiana. Un comunicato rilasciato da Borsa Italiana ha formalmente annunciato la cessazione della quotazione delle azioni Tod’s a seguito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) orchestrata da Crown Bidco. La procedura ha avuto il suo epilogo con la sospensione dalla negoziazione nelle giornate del 5 e del 6 giugno 2024, preludio a una cessazione definitiva.
Il processo di delisting di Tod’s non è un evento isolato nel panorama finanziario; piuttosto, si inserisce in una tendenza più ampia osservabile in numerosi mercati globali, dove varie imprese hanno optato per lasciare la borsa al fine di ristrutturarsi privatamente, lontano dagli occhi del pubblico investitore e dalle pressioni trimestrali sui risultati.
La decisione di Tod’s di accettare l’OPA di Crown Bidco arriva dopo un’analisi approfondita delle tendenze di mercato e delle proprie strategie aziendali a lungo termine. Il prezzo fissato per il delisting, 43 euro per azione, valuta l’intero pacchetto azionario ancora in circolazione, circa il 3,115% del capitale, basandosi su una valutazione complessiva accurata e riflettendo le prospettive e le aspettative degli azionisti rimanenti.
Questa manovra può essere vista come una mossa strategica nella trasformazione della Tod’s da un’entità pubblicamente quotata a una più flessibile e meno esposta alle fluttuazioni e alle dinamiche di mercato che spesso distolgono l’attenzione dalle strategie a lungo termine e dalla ricerca dell’innovazione profonda. È un cammino che molte altre aziende stanno contemplando o hanno già intrapreso, in risposta agli eccessivi oneri regolamentari e alle aspettative di rendimento a breve termine, poco allettanti per entità mirate alla crescita e l’innovazione sostenibile.
Per Tod’s, questa trasformazione potrebbe aprire nuove opportunità. Senza la necessità di soddisfare le aspettative trimestrali degli investitori, l’azienda potrà dedicare maggiori risorse allo sviluppo di nuovi prodotti e alla conquista di mercati fino ad ora marginali. Inoltre, operando in un ambiente meno rigido e più discreto, potrà adottare decisioni strategiche che richiedono un orizzonte temporale più lungo per fruttare.
A un livello più ampio, il delisting di Tod’s solleva quesiti importanti sul futuro delle public companies e sul loro rapporto con i mercati finanziari. Se da una parte la liquidità e la visibilità di una quotazione pubblica sono indiscutibili vantaggi, dall’altra, la libertà e la flessibilità di una proprietà privata potrebbero rispondere meglio alle esigenze di aziende che cercano di navigare in acque complesse e rapidamente mutevoli.
La storia di Tod’s continuerà quindi su un palcoscenico diverso, lontano dalla luce abbagliante della Borsa di Milano, ma forse più vicino agli ideali e alla visione originaria dei suoi fondatori. Nei mesi e negli anni a venire, sarà interessante osservare come questa storica entità si evolverà in questa sua nuova incarnazione e quali lezioni il suo caso potrà offrire al panorama aziendale globale.