In un clima economico che richiede sempre più solidità e espansione strategica, Unicredit ha intrapreso un passo audace per cementare ulteriormente la sua posizione nel sistema bancario italiano. Con un’offerta pubblica di scambio (OPS) dal valore massimo di 10,1 miliardi di euro, il gigante bancario non solo cerca di consolidare la sua presenza, ma anche di rafforzare significativamente la sua penetrazione nel mercato del Nord Italia, un territorio dove Banco Bpm detiene una presenza capillare.
Emerge un quadro chiaro delle ambizioni di Unicredit: posizionarsi saldamente come la seconda banca nazionale, scavalcando concorrenti e ostacoli con una manovra decisiva. Andrea Orcel, alla guida di Unicredit, punta a modellare un futuro dove la sua istituzione possieda una maggiore influenza, non solo in termini di dimensione, ma anche di portata operativa. L’offerta per Banco Bpm è calibrata con precisione: valorizza ogni azione a 6,657 euro, risultando in un modesto premio dello 0,5% sull’ultima chiusura di borsa, e del 15% rispetto al prezzo registrato il 6 novembre, data significativamente antecedente alle manovre corporate che hanno visto Banco Bpm al centro di importanti trattative di mercato.
Gli azionisti di Banco Bpm che decideranno di aderire all’OPS riceveranno 0,175 nuove azioni Unicredit per ogni titolo ceduto, inserendosi in un progetto che promette di generare un incremento dell’utile per azione stimato nel medio termine. Inoltre, l’operazione è progettata con un’intelligenza che mira al raddoppio della quota di mercato di Unicredit per quanto riguarda le filiali nel Nord Italia, regione in cui le oltre 1000 filiali di Banco Bpm rappresentano più del 70% della sua rete.
La fusione tra le due entità non è vista solo come una crescita in termini numerici ma promette di portare a un incremento significativo delle sinergie operative ed economiche. Si stima, infatti, che l’accordo porterà a sinergie per 1,2 miliardi di euro ante imposte, a partire dal secondo anno successivo alla finalizzazione dell’operazione, prevista per giugno 2025. Le sinergie di costo ammontano a 900 milioni di euro, mentre quelle legate ai ricavi sono valutate in 300 milioni di euro, compensando così i costi di integrazione previsti di 2 miliardi di euro.
L’aspetto finanziario dell’OPS dimostra un’attenta pianificazione per mantenere una solida posizione patrimoniale, con un Cet1 pro-forma che continuerebbe a superare il 15%. Inoltre, si prevede un ritorno sull’investimento aggiustato per il rischio superiore al 15%, un indicatore chiave che trasmette fiducia agli investitori e ai mercati sul valore e sulla solvibilità dell’operazione.
Questa mossa di Unicredit non riguarda solo l’acquisizione di un’altra banca; si tratta di un riassetto che potrebbe ridisegnare il panorama bancario del Nord Italia e influenzare positive dinamiche competitive a livello nazionale. Con una politica di distribuzione di dividendi confermata e prospettive di crescita solide, l’azione di Unicredit si configura come un capitolo intrigante dei moderni giochi di potere nel settore bancario italiano. Concludendo, l’offerta di Unicredit per Banco Bpm rappresenta un significativo passo avanti nella strategia di espansione di Unicredit, enfatizzando la loro visione per un futuro più integrato ed efficiente nel panorama bancario italiano.