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Verso una maggiore trasparenza nel mercato dell’oro: nuove soglie di tracciabilità

In ECONOMIA
Gennaio 15, 2025

A partire dal prossimo 17 gennaio, il mercato dell’oro italiano subirà un cambiamento significativo nella sua regolamentazione. Il nuovo decreto legislativo, entrando in vigore, ridurrà la soglia di denaro oltre la quale le operazioni in oro devono essere comunicate all’Unità di Informazioni Finanziarie (UIF), organismo vigilato dalla Banca d’Italia. La modifica, calando da 12.500 euro a 10.000 euro, mira ad aumentare la trasparenza e a rafforzare i controlli su un settore notoriamente sensibile sotto il profilo della regolamentazione finanziaria.

La decisione di abbassare questa soglia è parte di un più ampio adeguamento alle normative europee, specificamente al regolamento (UE) 2018/1672, che regola i controlli sul denaro contante. Questo si inserisce in un contesto di crescente vigilanza sui mercati finanziari e sulle materie prime preziose, al fine di prevenire il riciclaggio di denaro e le attività di finanziamento illecito.

Uno degli aspetti salienti del nuovo decreto è che le dichiarazioni sono ora richieste anche per le operazioni in oro dello stesso tipo effettuate nel corso di un mese solare con la stessa controparte, quando queste siano individualmente valutate pari o superiori a 2.500 euro e cumulativamente superiori a 10.000 euro. Ciò significa un incremento dei controlli e una maggiore frequenza nelle segnalazioni, fattori che potrebbero infondere maggiore fiducia nella trasparenza delle transazioni di oro.

La normativa coinvolge diversi tipi di oro, inclusi quelli destinati alla fusione per ottenerne oro da investimento e l’oro a uso prevalentemente industriale. Cambia anche il trattamento dei trasferimenti di oro da investimento – specificamente monete e lingotti con un elevato tenore di oro – che varcano i confini nazionali. Queste operazioni non dovranno più essere dichiarate all’UIF, bensì all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, spostando in parte l’onere della vigilanza e diversificando le procedure a seconda della tipologia dell’oro e del suo uso.

Nonostante ciò, gran parte delle operazioni di oro, soprattutto quelle ad uso industriale e il materiale d’oro destinato alla fusione, continueranno a rientrare sotto la supervisione dell’UIF. Resta dunque prioritario per gli operatori del settore comprendere a fondo questi cambiamenti per assicurarsi di operare in conformità con le nuove disposizioni.

L’UIF ha anche ricevuto nuovi poteri normativi, incluso il compito di specificare dettagliatamente le operazioni da dichiarare, i contenuti delle dichiarazioni e le modalità di invio delle stesse. Questo attribuisce all’Unità un ruolo sempre più centrale e attivo nel definire gli standard e le prassi operative del mercato dell’oro italiano.

Con queste modifiche normative, l’Italia si allinea agli standard internazionali di vigilanza finanziaria, contribuendo non solo a incrementare la sicurezza interna ma anche a rafforzare la posizione del paese nel contesto del commercio globale di metalli preziosi. Mentre alcuni operatori potrebbero vedere queste nuove disposizioni come un onere aggiuntivo, è chiaro che l’obiettivo principale è quello di garantire un ambiente di mercato più trasparente e regolamentato. Con la giusta attuazione, questo può tradursi in benefici a lungo termine per l’economia italiana, rafforzando la fiducia degli investitori e promuovendo una circolazione di capitali più pulita e legittima.