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La Sardegna ridefinisce il suo Consiglio regionale: il centrosinistra prevale

In POLITICA
Febbraio 27, 2024
Concluso lo spoglio sardegna: PD guida con 11 seggi, M5S e FDI seguono con 7, mentre Renato Soru resta fuori dal Consiglio.

Dopo oltre trentadue ore di attesa e un’ansiosa attenzione ai conteggi, si disegna finalmente il profilo del nuovo Consiglio regionale dell’Isola. La Sardegna, con ancora una manciata di sezioni da scrutare, svela la composizione del suo assetto politico per il prossimo mandato, allineando i protagonisti che avranno il compito di guidare la comunità insulare verso nuove mete amministrative.

Nel dettaglio, i 60 seggi in palio per il Consiglio sono stati ripartiti. Due di questi vengono assegnati d’ufficio ai candidati alla presidenza che hanno ottenuto le prime due maggiori percentuali di voti: Alessandra Todde, eletta presidente, e Paolo Truzzu, suo principale contendente durante le elezioni. Una nota di dissenso è stata suonata dalle urne per Renato Soru, il terzo candidato in lizza per la poltrona di governatore, che non è riuscito a raggiungere il necessario 10% per accedere all’assemblea.

La geo-politica consiliare sarda si dipinge di un chiaro colore di centrosinistra, con una rappresentanza maggioritaria del Partito Democratico che si assicura 11 seggi. Al Movimento 5 Stelle vanno 7 seggi, segno di una presenza ancora significativa nel panorama politico isolano. Al verde della politica insulare, nel senso più ecologista e sociale del termine, contribuiscono i 4 seggi conquistati da Alleanza Verdi e Sinistra. Rispondono al richiamo dell’unione varie liste civiche che hanno deciso di supportare la causa della presidente eletta Todde: Uniti per Alessandra Todde, Progressisti, Sinistra futura e Orizzonte Comune, conquistando un rispettoso 3 seggi ognuno. A chiudere la compagine della maggioranza si posiziona il Psi-Sardi in Europa con un seggio.

Nel conto della minoranza, il centrodestra si posizione con il suo esercito variegato, dalla componente più destrorsa rappresentata da Fratelli d’Italia che si assicura 7 seggi, seguendo il trend nazionale di crescita. Forza Italia, i Riformatori e Sardegna al centro-20Venti si attestano con 3 seggi a testa, seguiti da una Lega che incassa 2 seggi, affiancata dal Partito Sardo d’Azione e da Alleanza Sardegna-Pli. L’Unione di Centro (Udc) si aggiudica un posto in Consiglio.

La competizione ha anche espresso i suoi “campioni” di voti. Su tutti spicca la figura di Desiré Manca del M5S, la più votata con oltre 8.000 preferenze nella circoscrizione di Sassari. Non mancano altri volti noti e consolidati come Piero Comandini, segretario del PD sardo e Giuseppe Meloni del PD in Gallura. Anche alcuni assessori uscenti si sono guadagnati la riconferma, tra questi Gianni Chessa del Psd’Az, Aldo Salaris dei Riformatori e Giuseppe Fasolino dei Riformatori.

Da segnalare l’ingresso in Consiglio di Camilla Soru, figlia del politico Renato Soru, che sfidando il padre nella contesa elettorale, si è fatta strada nell’arena politica ottenendo il consenso di 3.600 elettori.

Il nuovo assetto del Consiglio regionale della Sardegna non è solo il riflesso delle dinamiche politiche locali ma anche l’indicatore di come le diverse forze politiche si stanno posizionando a livello nazionale, in un intreccio di interesse regionale e giochi di potere che superano i confini dell’isola.