In una mattinata carica di aspettative e sotto gli occhi vigilanti della sicurezza, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sostenuto e superato con il massimo dei voti il suo ultimo esame universitario alla Sapienza di Roma. Il corso affrontato dal Ministro, Teoria delle dottrine teologiche, si è dimostrato non solo un banco di prova accademico ma anche un evento che ha suscitato fervore e polemiche.
La prova, svoltasi sotto la supervisione del professor Gaetano Lettieri, è stata anticipata a prima mattina, decisione presa per questioni di ordine pubblico. “Il Ministro si è presentato estremamente preparato, dimostrando un’invidiabile padronanza degli argomenti trattati,” ha commentato Lettieri. L’esame, della durata di circa trenta minuti, non ha visto Giuli vacillare di fronte alle incisive e minuziose domande formulate, confermandone la competenza e la serietà accademica.
Nonostante la presenza di misure di sicurezza, l’evento si è svolto con trasparenza: la porta dell’aula è rimasta aperta e la presenza di studenti ha garantito una certa normalità, nonostante il profilo alto del candidato. “Non è stato un esame a porte chiuse,” ha precisato Lettieri. Tale apertura non solo fisica ma anche simbolica è sembrata ribadire un principio di equità e normalità nell’accademicità, nonostante l’alta carica politica di Giuli.
Tuttavia, l’evento non è passato senza suscitare critiche. Al termine dell’esame, un gruppo di studenti affiliati al collettivo Cambiamo Rotta si è radunato in presidio di protesta davanti alla facoltà. I manifestanti hanno espresso dissenso verso la partecipazione di un Ministro con radici politiche controversie in un luogo simbolico come La Sapienza, facoltà che ricorda trascorsi di lotta e sacrificio studentesco. “È un insulto,” ha esclamato uno degli studenti al megafono, rimarcando il contrasto tra il passato storico della facoltà e la figura attuale del Ministro.
Il professor Lettieri, da parte sua, ha difeso l’integrità del processo accademico e la legittimità di ogni individuo, politico o meno, di partecipare alla vita accademica e culturale del paese. “Qualsiasi negazione di questo diritto è contraria ai principi democratici che sostengono la nostra Costituzione,” ha dichiarato, rimarcando la necessità di separare il merito accademico dalle affiliazioni politiche.
Il tema della tesi di laurea del Ministro, incentrato sulla figura storica di Costantino, dimostra ulteriormente l’interesse di Giuli verso tematiche di grande peso culturale e storico, un’ulteriore conferma della sua idoneità al ruolo di guida del Ministero della Cultura.
In conclusione, l’esame di Alessandro Giuli si è configurato come un momento di significativa intersezione tra mondo accademico e vita politica, riflettendo le tensioni e le sfide che caratterizzano oggi il dibattito culturale e sociale in Italia. L’esito positivo per il Ministro si accompagna a una riflessione più ampia sulla natura della cultura e della formazione in un contesto politico complesso e a tratti divisivo.