Nel post partita dell’incontro calcistico Inter-Verona, i riflettori si sono accesi non tanto sulle reti e giocate in campo, quanto sulle decisioni arbitrali che continuano a generare dibattito. La mancata interruzione di gioco da parte dell’arbitro Fabbri, nonostante le insistenti richieste dell’addetto al Var Nasca, ha acceso le polemiche in un match che ha visto un finale ricco di tensione.
L’invito di Nasca, laddove richiedeva di “fischiare, fischiare, ma fischiare santo cielo”, era un accorato appello al direttore di gara affinché sanzionasse un’azione controversa, ma è rimasto inascoltato. Ai microfoni, Nasca aveva evidenziato la regolarità del gol dei nerazzurri, realizzato da Frattesi, ma la situazione avrebbe dovuto essere analizzata più attentamente.
L’episodio al centro delle dispute è stato quello che ha coinvolto Bastoni: una gomitata all’avversario Duda che, secondo molti, avrebbe meritato un intervento più deciso. In un incontro con i media durato oltre due ore, il designatore Gianluca Rocchi ha esaminato l’episodio, permettendo di ascoltare l’audio tra i direttori di gara e mostrando le relative immagini.
Rocchi ha sottolineato che Fabbri avrebbe dovuto fermare il gioco, in particolare dopo che la palla ebbe colpito la traversa e con il difensore veronese a terra in area di rigore. Tuttavia, l’action è proseguita ancor per tre minuti, un segmento di tempo durante il quale non sono stati presi provvedimenti.
Nelle comunicazioni si individua la voce di Fabbri che, commentando l’atteggiamento di Duda afferma: “mi ha guardato e si è rimesso giù. Questa è furbizia”. Tale osservazione sembra aver influenzato la decisione di non penalizzare l’azione contestata.
Il designatore Rocchi ha espresso disappunto sul modo in cui è stato gestito il fallo di Bastoni, ammettendo la mancata percezione da parte del Var e sottolineando che episodi analoghi, come l’atteggiamento di Faraoni in una recente Juventus-Verona, non devono condizionare il giudizio arbitrale.
In conclusione, Rocchi ha ribadito l’importanza di arbitrare con coraggio e senza timore nel prendere decisioni. Le responsabilità sono state attribuite sia a Fabbri che a Nasca, in egual misura. Il caso, ancora sul tavolo delle discussioni, rimane emblematico dell’importanza della tecnologia nel calcio moderno, ma anche dell’indispensabile necessità di un giudizio umano rapido e accurato. Nel frattempo, i tifosi e gli addetti ai lavori rimangono in attesa di sviluppi e di possibili ripercussioni sulla gestione arbitrale nelle prossime giornate di campionato.