
Nei fasti di Pompei, il sito archeologico che ogni giorno attira visitatori da tutto il mondo affascinati dalla sua storia millenaria, si nasconde una minaccia silenziosa ma devastante: i piccioni. Questi volatili, attraverso il rilascio del loro guano acido, costituivano una seria minaccia per gli affreschi e i reperti delicati che popolano l’area. La risposta a questo pericolo non è arrivata attraverso l’uso di soluzioni invasive e nocive per l’ambiente, ma grazie al valore ecologico di un’antica pratica: la falconeria.
Due anni fa è stato avviato un progetto pionieristico, adottando l’uso di due rapaci addestrati per preservare lo splendore di Pompei. Aria, il falco, e Gianna, la poiana, rapidamente hanno assunto il ruolo di “guardiani alati” del sito. La scelta di integrare questi predatori non è casuale, ma si fonda su una solida comprensione del comportamento animale e sul desiderio di perseguire una via sostenibile per la conservazione del patrimonio.
L’approccio è tanto semplice quanto geniale: sfruttare l’istinto di sopravvivenza dei piccioni. La presenza intimidatoria dei rapaci scatena nei piccioni una reazione di paura naturale e istintiva, che li dissuade dal nidificare e sostare nelle cruciali aree archeologiche. Non è necessaria la caccia attiva: i soli voli maestosi di Aria e Gianna sono sufficienti per mantenere i piccioni a distanza.
Gli effetti del progetto sono stati rapidi e notevoli. Pompei ha registrato una marcata diminuzione dei piccioni nelle zone protette, confermando l’efficacia dell’iniziativa. Allo stesso tempo, si è evitato l’utilizzo di prodotti chimici o di dispositivi che potrebbero danneggiare ulteriormente gli antichi reperti o l’ambiente circostante.
Questo metodo ecologico non solo protegge un sito di inestimabile valore storico e culturale, ma agisce anche come testimone di un cambio di paradigma nella gestione della conservazione del patrimonio. Mostra come la soluzione a problemi moderni possa essere trovata rivisitando e adattando saggezze antiche, combinandole con il rispetto rigoroso per la natura e l’ecosistema.
Inoltre, la progettazione e l’esecuzione di tale strategia a Pompei potrebbero servire da modello per altri siti archeologici e storici in tutto il mondo che affrontano sfide simili. Non è solo una questione di preservare il passato, ma di farlo in modo che sia in armonia con il presente e sostenibile per il futuro.
I “guardiani alati” di Pompei simboleggiano così una fusione tra tradizione e innovazione, fra il rispetto delle radici e l’abbraccio di nuove soluzioni. Mentre Aria e Gianna planano sui cieli di questa città antica, portano con sé la promessa che la storia e il progresso possono volare insieme, guidati da ingegnosità e rispetto reciproco.
Con questo progetto, Pompei non solo continua a raccontare il suo glorioso passato, ma dimostra anche di essere un esempio vivente di gestione sostenibile e rispettosa del patrimonio culturale, un messaggio di speranza per il futuro delle nostre memorie collettive.