E’ di ieri sera tardi la notizia: un detenuto è evaso dal penitenziario di Contrada S.Oronzo e si è dato alla fuga. Successivamente da lì a poco è stato riacciuffato. Protagonista è un detenuto ventiseienne di origini salernitane trasferito ad Avellino dal carcere di Salerno sembra, a seguito di un provvedimento di trasferimento cd. ordine e sicurezza. Pare che anche a Salerno si sia reso responsabile di una tentata evasione. Il soggetto ubicato presso il reparto penale, approfittando della scarsa presenza di personale di polizia penitenziaria in servizio, è uscito dalla sezione e varcando i vari cancelli (incustoditi per mancanza di personale) e sfruttando la sua abilità a scavalcare, saltare e arrampicarsi (sembra che in passato il detenuto abbia praticato parkour) si è dato alla fuga. Da lì a poco è stato dato l’allarme e prontamente l’esiguo personale che si trovava in servizio, incluso quello che terminava il turno a mezzanotte, si è messo subito alla ricerca del fuggiasco. Tutti i colleghi impegnati hanno battuto palmo a palmo il territorio circostante al carcere e successivamente hanno scovato l’evaso in una zona di campagna adiacente al penitenziario. Arrestato dal personale di polizia penitenziaria il soggetto è stato riassociato al carcere di Bellizzi a disposizione dell’A.G.. Un apprezzamento per l’operazione svolta e il nostro ringraziamento va al personale di polizia penitenziaria del Reparto della Casa Circondariale di Avellino coinvolto, nonché un sottufficiale di pol pen distaccato presso altra sede ma effettivo presso la C.C. di Avellino che, libero dal servizio insieme agli altri colleghi si sono subito adoperati per assicurare il fuggitivo alla giustizia. Ebbene si, come suol dirsi “tutto bene quel che finisce bene” ma andrà a finire sempre così? Noi ci auguriamo di si, però purtroppo temiamo di no! Ormai la situazione del carcere di Avellino è sotto gli occhi di tutti. Al poco personale di polizia penitenziaria si affianca un sovraffollamento di circa 150 detenuti. Il poco personale operante è costretto a ricoprire anche due tre posti di servizio con turni anche di dodici ore; nonostante tutto i pochi colleghi cercano di portare avanti il loro mandato istituzionale con tanti sacrifici e con tanto spirito di dedizione. E’ per questo motivo che noi temiamo non potrà sempre finire bene. Servono cambiamenti radicali, riforme strutturate destinate a perdurare nel tempo, affinché si ponga fine alla infinita serie di problematiche che coinvolgono l’intero sistema penitenziario della nostra penisola.
dalla redazione
