Stefano Bandecchi, imprenditore e sindaco di Terni, ha scelto il Cinema Partenio di Avellino per lanciare ufficialmente la sua campagna elettorale in vista delle regionali in Campania. Davanti a una platea numerosa, Bandecchi ha ribadito il suo giudizio severo sulla politica tradizionale, accusata di aver “smarrito il contatto con la realtà” e di aver “condannato la regione a un lento declino”. Richiamando il terremoto del 1980, di cui disse di conservare un ricordo indelebile, Bandecchi ha sottolineato la dignità del popolo irpino e la necessità di “ritrovare quello spirito di rinascita oggi soffocato da una classe dirigente inadeguata”. “Negli anni Ottanta – ha ricordato – l’Italia era la quarta potenza industriale e la Campania tra le regioni più ricche. Oggi è la terza in Europa per rischio povertà. È il risultato di una politica che promette tanto e mantiene poco”. Non sono mancate critiche dirette ai principali protagonisti della scena regionale: da Vincenzo De Luca, accusato di “mancanza di coraggio” per le alleanze costruite, a Roberto Fico, di cui ha messo in dubbio le competenze. Stoccata anche al centrodestra e al viceministro Edmondo Cirielli: “Se si può lasciare un incarico così importante senza che nessuno se ne accorga, significa che qualcosa non funziona”. Bandecchi ha poi rivendicato il proprio profilo imprenditoriale come garanzia di concretezza: “Ogni mese pago cinque milioni di euro in stipendi. So cosa significa gestire e creare lavoro. La politica, invece, non si confronta mai con chi fa impresa”. Il leader di Alternativa Popolare ha concluso aprendo a un dialogo con i sindaci campani, “gli unici che conoscono davvero i problemi dei territori”, e ha commentato con ottimismo i primi sondaggi: “Siamo all’1,1%, ma il movimento esiste da appena un mese. È solo l’inizio”. Un incontro dal tono combattivo, in cui Bandecchi ha ribadito la sua ricetta per la Campania: meno parole, più fatti.
di Marco Iandolo
