
A distanza di pochi giorni due avvenimenti hanno costretto i credenti cattolici, o almeno una parte di essi cioè la più sensibile, a sentirsi intimamente offesi e addolorati. Nel primo, un calciatore di una squadra milanese è stato accusato di avere bestemmiato durante un incontro di calcio. La bestemmia, senza distinzione di religione, è considerata punibile nel mondo del calcio. Calciatori, allenatori e tutti i tesserati subiscono una sanzione per l’uso di frasi o espressioni considerate blasfeme oppure offensiva di qualsivoglia credo religioso. Il gioco del calcio è uno sport di massa e quindi foriero suggeritore di comportamenti collettivi, pertanto imporre un limite anche alle espressioni che possano in qualche modo interferire con l’intima sensibilità degli individui è un’opportuna norma che regola i comportamenti durante le manifestazioni sportive. Il calciatore in questione ha negato di aver pronunciato una bestemmia, affermando tra l’altro che da buon padre di famiglia riserva ai propri figli un’educazione improntata al rispetto per gli altri, ed ha addirittura giurato, sempre con i figli a testimoniare, che bestemmiare non è sua abitudine e di non aver mai fatto il contrario, particolarmente nell’occasione incriminata. Successivamente, però, è stato ritrovato un video dell’incontro calcistico e recuperato l’audio che avrebbe confermato la bestemmia. Il pianeta calcio, purtroppo è dominato da centri di potere influenti e condizionanti, da sempre, che, speriamo solo per il momento, hanno insabbiato la questione facendola addirittura scomparire dalla cosiddetta stampa specializzata, anch’essa asservita al sistema padronale. Il punto, tuttavia, non è costituito solo dall’esigenza di vedere punito il colpevole in omaggio alla giustizia sportiva, ma il silenzio assordante dei cattolici, molti solo per difendere la propria passione sportiva, laddove non si è sentita una sola voce che abbia dichiarato la propria delusione e tristezza per vedere offesa la religione nella quale si afferma di credere. Non una battaglia religiosa, ma solo l’affermazione di essere stati offesi nel proprio intimo di credenti. Silenzio assoluto aumentato dall’ipocrisia dei presunti credenti che hanno barattato la propria fede per una sanzione ad un bestemmiatore spergiuro. Un altro avvenimento ha ulteriormente riguardato i cattolici; stavolta, in occasione di un corteo organizzato in occasione della festa della donna, nelle strade di Napoli ha circolato uno stendardo raffigurante la Madonna che al posto del cuore di Gesù aveva il disegno di una pillola abortiva con la scritta “aborto libero”. Anche in questo caso non è in discussione il diritto da parte delle donne di scegliere liberamente se essere madri o no. Ciascun ha il diritto alle proprie idee ma perché esprimere le proprie convinzioni offendendo un’intera collettività e prendendo di mira, tra l’altro, proprio una donna che ha avuto il coraggio di sostenere una gravidanza nata al di fuori del matrimonio e che per secoli ha costituito il rifugio e l’oasi di amore che tante donne sofferenti hanno saputo trovare nella figura di Maria, madre di Gesù. La vicenda dello stendardo durante la manifestazione è stata ovviamente riportata soprattutto nei giornali locali ed infatti sulle successive pagine de Il Mattino, quotidiano partenopeo, è apparso il commento di un prelato napoletano molto noto per la sua appartenenza ad associazioni del terzo settore. Grande delusione in questo commento. L’attenzione è soltanto a non urtare la suscettibilità del mondo femminile, laddove sarebbe stato esiziale parlare, con toni ovviamente sereni e coerenti agli insegnamenti di Cristo, sul rispetto per gli altri e la comprensione per coloro che la pensano diversamente, del senso di sofferenza causato dall’utilizzo dell’immagine della Madonna in maniera irrituale. Ormai siamo abituati che ha ragione solo chi grida, quelli che offendono e minacciano ed è consolidato che anche i portatori di battaglie per i diritti umani e per la libertà di espressione si comportino da oppressori: il fascismo degli antifascisti. Il buonsenso, il rispetto per gli altri sono obsoleti e fuori moda. L’invasore è supportato dal consenso, la popolazione distrutta da una guerra non voluta è derisa e umiliata. Chi detiene un potere lo esercita per opprimere e cercare di distruggere l’avversario. Tutto nel silenzio dei cattolici, o presunti tali. Eppure la voce di Papa Francesco si è sentita ripetutamente cercando di ristabilire gli equilibri, ma si scontra con l’ignavia e la viltà di coloro che non hanno nemmeno il coraggio di invitare a pregare affinché qualcosa cambi in una società sempre più portata alla violenza e alla sopraffazione.
di Domenico Salerno
