In un contesto finanziario globale incerto, aggravato dagli sviluppi recenti del conflitto in Medio Oriente, i principali indici borsistici europei hanno manifestato una tendenza al ribasso. L’inaspettato attacco dell’Iran a Israele ha suscitato ulteriori preoccupazioni, orientando gli investitori verso asset considerati più sicuri, come l’oro, e incrementando sensibilmente i prezzi del petrolio.
Questo andamento delle borse è stato evidente fin dall’apertura della sessione di Wall Street, che ha visto i mercati reagire negativamente alle notizie di crescenti tensioni geopolitiche. L’indice europeo STOXX 600 ha registrato un decremento dello 0,1%, mentre le borse di Milano e Madrid hanno perso lo 0,5% ciascuna. Francoforte ha segnato una discesa dello 0,6% e Parigi dello 0,1%, mentre Londra ha mostrato una leggera controtendenza, guadagnando lo 0,2%.
Il settore energetico è stato il grande protagonista della giornata, con un apprezzamento del 2,5% a seguito del rialzo del petrolio, che ha visto il WTI salire del 3,4% a 72,2 dollari al barile e il Brent del 3,05% a 75,8 dollari. Anche l’oro ha vissuto un incremento significativo, guadagnando lo 0,3% e raggiungendo i 2.656 dollari l’oncia.
L’impennata del prezzo del petrolio è una diretta conseguenza della crescente instabilità in Medio Oriente, regione chiave per la produzione di petrolio a livello mondiale. Questa situazione ha inevitabilmente alimentato la volatilità nei mercati energetici e influenzato negativamente i mercati azionari, alimentando una corsa verso asset rifugio.
Nel comparto difesa, pur mostrandosi relativamente statico (+0,02%), alcune aziende come Leonardo (+3%), Saab (+2,7%) e Bae Systems (+2%) hanno evidenziato performance significative, probabilmente stimolate dal clima di incertezza che generalmente favorisce l’industria della difesa.
I mercati obbligazionari hanno risentito anch’essi delle tensioni, mostrando lievi tensioni. In particolare, lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi si è posizionato a 133 punti, con un incremento del rendimento sul decennale italiano di sette punti base, raggiungendo il 3,44%. Simili incrementi si sono verificati per i rendimenti decennali di Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna.
Risultati negativi si sono osservati anche nella borsa di Milano, con particolare attenzione a Pirelli, che ha subito un decremento del 3,5% nel valore delle sue azioni. Al contrario, Bper ha presentato una salita dell’1,4%, anticipazione di un nuovo piano aziendale che verrà presentato la prossima settimana e che sembra promettere positivi sviluppi.
In conclusione, la giornata in borsa riflette un panorama di incertezza e di cautela che prevarica nell’ambito economico globale. I riflettori restano puntati sul Medio Oriente e sulle future implicazioni che questi sviluppi potrebbero avere sui mercati finanziari internazionali, sottolineando la stretta interdipendenza tra stabilità geopolitica e stabilità economica.