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Circus Arene per Frodi e Lavoro Nero: Il Caso FedEx

In ECONOMIA
Gennaio 29, 2025

In un’azione decisiva e di ampio spettro, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha messo a segno un colpo significativo contro la frode fiscale e il lavoro irregolare. La filiale italiana di FedEx, colosso globale delle spedizioni e dei trasporti express, è stata colpita da un sequestro preventivo d’urgenza per oltre 46 milioni di euro. L’operazione è stata guidata dalle indicazioni del procuratore Marcello Viola e messa in atto sotto la supervisione dei pm Paolo Storari e Valentina Mondovì, noti per la loro rigorosa lotta alle irregolarità economiche.

L’indagine, frutto di un’attenta analisi e della sinergia con il Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, evidenzia una pratica allarmante all’interno del gigante delle spedizioni. L’azione della magistratura e della Guardia di Finanza ha messo in luce l’esistenza di una complessa rete di società definite come “filtro”, che avevano il ruolo di interposte tra i veri lavoratori e la società committente, FedEx. Questi intermediari avrebbero utilizzato società cooperative, denominate “serbatoi”, per il reclutamento e l’impiego di manodopera non regolarizzata, in palese violazione delle normative vigenti.

Le modalità operative rivelate nell’indagine sono particolarmente sofisticate: la creazione di fittizi contratti d’appalto per la somministrazione di manodopera ha comportato l’emissione di fatture per transazioni che non hanno mai avuto luogo. Tali documenti sono stati utilizzati per gonfiare i costi aziendali e, di conseguenza, ottenere una minor tassazione in modo illegittimo. Le indagini emerse hanno anche fatto scoprire che queste società “serbatoio” hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e degli oneri previdenziali e assistenziali.

Ammonta così a decine di milioni di euro il danno erariale stimato, un buco nelle casse dello Stato che la Guardia di Finanza si è impegnata a ricoprire con il sequestro degli assets corrispondenti alla somma frodata. Questo intervento non è solo un messaggio forte contro le pratiche scorrette nel mondo degli affari, ma anche un campanello d’allarme sullo stato di salute del settore dei trasporti e delle spedizioni express, spesso opaco e refrattario alle regole.

Attualmente, l’indagine vede implicati la società, per la responsabilità amministrativa degli enti, e due alti responsabili della filiale italiana di FedEx. La gravità delle accuse rischia di minare seriamente la reputazione della multinazionale americana e di rafforzare l’idea della necessità di un controllo più stringente e di una normativa più severa per contrastare efficacemente il lavoro nero e le frodi fiscali nel settore.

In conclusione, il caso FedEx si configura come un episodio emblematico e una ferma presa di posizione delle autorità italiane nei confronti delle violazioni economico-finanziarie. Rappresenta un chiarimento necessario e, si spera, dissuasivo per le altre realtà imprenditoriali tentate da scorciatoie illecite. La giustizia, con queste azioni mirate, dimostra di non voler abbassare la guardia, promettendo ulteriori sviluppi e, presumibilmente, nuove rivelazioni sul delicato equilibrio tra etica aziendale e profitto.