
Caroline Pagani, attrice e cantante, ha incantato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con PER AMORE DELL’AMORE. Herbert Pagani: Musica, Poesia, Arti Visive, uno spettacolo-concerto che fonde musica, poesia e arti visive per rendere omaggio al fratello Herbert Pagani, artista poliedrico e figura di spicco della cultura italiana. Parallelamente, ha dato vita al doppio album PAGANI PER PAGANI, un progetto musicale raffinato e sentito, arricchito da prestigiose collaborazioni. In questa intervista, Caroline ci racconta il percorso creativo che l’ha portata a dare nuova voce all’eredità artistica di Herbert, le sfide affrontate nel portare in scena un universo tanto ricco e le emozioni legate a un tributo che è, prima di tutto, un atto d’amore.
Caroline, lo spettacolo-concerto che hai portato all’Auditorium Parco della Musica è un viaggio artistico che attraversa musica, poesia e arti visive, com’è nato questo progetto?
Questo progetto è nato perché doveva nascere, perché la vita di Herbert si è interrotta improvvisamente, aveva detto e prodotto molto e avrebbe avuto ancora tanto da realizzare e da dire, è andato via mentre stava allestendo la sua prima grande mostra ad arti visive a New York. Lo spettacolo è nato immergendomi totalmente in tutto ciò che ha scritto, composto, raccolto, realizzato, dando spazio tanto alla pittura, al disegno, alla scultura, alle arti figurative insomma, quanto alla canzone, alla radio e all’impegno civile. Il testo, in incubazione da anni, è stato partorito durante il confinamento. Ha debuttato al Festival della Poesia al Teatro Comunale di Ferrara, poi al Teatro Franco Parenti di Milano, poi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e spero possa vivere, girare e crescere.
Qual è stata la sfida più grande nel portare in scena l’universo artistico di tuo fratello Herbert Pagani?
Dal punto di vista artistico, se si è artisti preparati, appassionati e talentuosi non ci sono poi sfide così grandi, ci sono dal punto di vista produttivo e distributivo. Portare in scena il suo universo artistico è stata una grande gioia, emozione e arricchimento, artistico e umano. La grande sfida è stata trovare la forza e il coraggio di farlo in un mondo che accoglie poco i progetti d’arte, d’autore e non commerciali, quei progetti che non vogliono e non possono sottostare a logiche politiche e scambiste. Trovare il tempo, le economie, le energie sono state le vere sfide.
Come hai scelto i brani e le poesie da includere nello spettacolo, c’è un pezzo che senti particolarmente vicino?
Al di là dei brani scelti c’è un testo, scritto ex novo, c’è una drammaturgia, legata ai miei ricordi, alla vita dell’uomo e soprattutto dell’artista Herbert Pagani, la scelta di alcuni brani ha a che fare con le tematiche trattate e la temperatura emotiva. Ho scelto di partire dalla fine e di ripercorrere la carriera artistica di Herbert a ritroso. Certo, il testo della canzone “La mia generazione”, perché è un ritratto famigliare, è la storia della mia famiglia, ma anche la “Lettera a un figlio”, un concentrato di saggezza e commozione. La lettera che scrisse a Ingmar Bergman è un esempio di amore per i Maestri.
Hai appena pubblicato il doppio album “PAGANI PER PAGANI”, un tributo intenso e raffinato, qual è stata l’ispirazione dietro questo lavoro?
L’ispirazione è venuta dall’ascolto di tutte le sue canzoni, italiane e francesi, dai ricordi che ho, piccolissima, dei suoi concerti, dal materiale d’archivio che ho potuto visionare e studiare, l’ispirazione viene anche dalle parole di questi testi, dallo studio delle stesse canzoni in due lingue diverse, e dal ricordare una vita che era ispirata, dal suo atelier-casa-studio- teatro di Milano, di quello di Mont Martre a Parigi e dalle spiagge come scrigni di tesori e bellezze da rianimare e portare a nuova vita.
Nel disco ci sono collaborazioni prestigiose, come hai scelto gli artisti che hanno partecipato e com’è stato lavorare con loro?
Alcuni sono capitati, altri li ho scelti, altri ancora che avrei tanto voluto non ci sono potuti essere per motivi logistici. Volevo Edoardo Bennato perché Herbert è stato suo Maestro, hanno composto canzoni insieme, ma poi, per motivi di varia natura, non siamo riusciti, desideravo Vinicio Capossela, che ha molto apprezzato il progetto e che si sarebbe accompagnato con un arrangiamento fatto da lui, ma stava per uscire il suo album e da allora si dedica alla promozione del suo disco, Danilo Rea perché a differenza di altri pianisti che sono solo virtuosi, lui è anche un musicista che trasmette, coinvolge ed emoziona. Fabio Concato perché lo incontrai a Musicultura e fu molto gentile, mi colpì anche la sua gentilezza, Shel Shapiro perché fa più o meno parte della sua stessa generazione e desideravo anche un contributo più rock, Alessandro Nidi perché è un grande direttore d’orchestra e perché trovo che sia un genio musicale, Francesca Della Monica perché è una delle voci più interessanti che ci siano nonché filosofa della voce e Maestra di vocalità.
Cosa pensi avrebbe detto Herbert ascoltando questo progetto?
Penso che avrebbe apprezzato tanto, che gli sarebbe piaciuto molto e che si sarebbe commosso, credo che lo avrebbe considerato un grande atto d’amore, come in effetti è, ben fatto e bene interpretato, con passione, talento e sapienza, con Dioniso e Apollo, qualità che erano connaturate alla sua natura di uomo, di artista e di intellettuale. Ad ogni modo lo sto ricordando e sto portando avanti il suo testimone, è un po’ come salvare un gioiello, una perla dell’arte e della canzone dalla polvere del tempo che non ha più potuto sentire la sua voce e dall’oblio, in Italia, dovuto soprattutto alla censura di quegli anni.
Dopo questo spettacolo e l’album, quali sono i tuoi prossimi progetti?
La distribuzione di tutti gli spettacoli che ho realizzato, in più lingue, anche se questo potrebbe richiedere il resto della vita e, tra questi spettacoli: “Shakespeare’s Lovers”, “Hamletelia”, “Mobbing Dick”, “Luxuriàs. Lost in lust”, “Teatreide”, la versione francese di questo spettacolo concerto, “Pour amour de l’Amour”. Nel futuro ci sono anche altri dischi, con altre canzoni di Herbert, non ho potute inserirle tutte perché l’album è già doppio, ma anche cover di altri artisti, soprattutto stranieri e altri testi teatrali come “Desdemona. Amore e morte a Venezia”, “Eleonora Duse e Sarah Bernhardt”, “Maleficents” sulle cattive in Shakespeare, un testo teatrale su Maria Callas e un saggio sull’Eros in Shakespeare: “A letto con Shakespeare. Una tragicommedia”. La prossima sfida sarà fare un documentario su Herbert e sulla sua arte.
Grazie
di Giuseppe Di Giacomo

