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Chiusura Bystronic Automation Technology: Rischio Disoccupazione per 150 Lavoratori

In ECONOMIA
Ottobre 12, 2024

Recentemente, la communità lavorativa di San Giuliano Milanese e di Fizzonasco di Pieve Emanuele è stata scossa dall’annuncio improvviso da parte di Bystronic Automation Technology, azienda parte del conglomerato svizzero Bystronic, attivo globalmente con oltre 3000 dipendenti in più di 40 sedi. La società ha comunicato la sua decisione di cessare le operazioni nei suddetti stabilimenti milanesi come parte di una strategicamente discussa, ma controversa riorganizzazione. Questa mossa mette in serio pericolo di licenziamento circa 150 impiegati.

Il piano di chiusura è stato reso noto senza preavvisi significativi, stando alle dichiarazioni del sindacato Fiom-Cgil, che ha prontamente riportato una reazione di ampio disappunto tra i lavoratori. La rivelazione dell’intenzione aziendale è stata particolarmente amara e sconcertante per la maniera in cui è stata comunicata, attraverso una lettera formale che, a gennaio, proclamava la cessazione delle attività “nel minor tempo possibile”.

Giovanni Ranzini, segretario della Fiom di Milano, ha sottolineato come nei precedenti incontri con la direzione, avvenuti all’inizio di ottobre, non fosse emerso alcun indizio riguardo la drastica decisione che sarebbe stata poi rivelata. Il sindacato denuncia quindi non solo la gravità della decisione ma anche la mancanza di trasparenza e di un adeguato dialogo nella gestione della comunicazione.

La reazione dei lavoratori non si è fatta attendere: è stato immediatamente indetto uno sciopero seguito da un presidio organizzato di fronte alla sede di Assolombarda a Milano, previsto per il martedì successivo. Questi movimenti sindacali mirano a sottolineare la disapprovazione del metodo adottato dall’azienda per l’annuncio e, soprattutto, per scongiurare l’attuazione della decisione, cercando di salvaguardare i posti di lavoro a rischio.

Questa situazione ha sollevato anche critiche per come sono state gestite le relazioni umane durante il processo decisionale. La Fiom-Cgil ha espressamente criticato l’email inviata dal CEO di Bystronic ai lavoratori, ritenendola di un cinismo esacerbante; pur riconoscendo la professionalità e la serietà degli impiegati, la missiva si concludeva con un freddo incitamento a portare a termine i progetti attivi, nonostante i prossimi licenziamenti.

L’intera vicenda è emblematica delle difficoltà che possono emergere nel contesto di riorganizzazioni aziendali. Mostra inoltre il divario spesso presente tra le decisioni di vertice e la realtà vissuta dai lavoratori che, nonostante l’attaccamento e l’identificazione con il proprio lavoro, si trovano a dover affrontare la precarietà della loro situazione lavorativa con poco preavviso e scarse alternative.

Bystronic, pur essendo un gigante nel settore dell’automazione industriale e nonostante la solida presenza economica a livello internazionale, si trova ora al centro di una questione che riflette le sfide che le grandi multinazionali possono incontrare nel gestire il capitale umano in modo etico e responsabile durante periodi di significativa trasformazione aziendale.

La scala di questa disputa la rende un caso di studio significativo nella discussione più ampia sulle migliori pratiche in termini di relazioni industriali e uguaglianza sociale in ambito economico competitivo. Questo evento sottolinea l’importanza di un dialogo costruttivo tra azienda e lavoratori, essenziale per la gestione di transizioni equilibrate, specie in tempi di crescente instabilità economica globale.