
La commissione dei saggi incaricata per la selezione dei candidati alla presidenza di Confindustria ha diramato il suo verdetto in merito alla partecipazione di Antonio Gozzi, già noto nel panorama industriale italiano. Nonostante le speranze e le dichiarazioni di voto pervenute post-consulta, Gozzi non ha superato la soglia del 20% necessaria per essere ammesso di diritto alla votazione finale, fermandosi al 13,36% e quindi non riuscendo a soddisfare i criteri richiesti per una candidatura.
Il processo di selezione si è articolato attraverso svariate consultazioni e verifiche, tese a misurare l’appoggio di cui ogni candidato godeva presso l’assemblea dei votanti. Sebbene Gozzi abbia presentato dichiarazioni di voto addizionali, queste non sono state ritenute sufficienti per modificare il quadro complessivo, portando la sua percentuale al 15,94% che resta comunque al di sotto della soglia prevista per un’ammissione automatica.
La commissione dei saggi ha valutato il consenso dichiarato nei confronti di Gozzi significativamente inferiore rispetto a quello dei due candidati ammessi, Edoardo Garrone e Emanuele. La situazione generatasi ha evidenziato come l’industria italiana, rappresentata in questo importante organismo, avesse già delineato con nettezza i propri orientamenti sulle future possibili guide.
La decisione della commissione dei saggi è arrivata non senza qualche rumore di sottofondo. Alcuni hanno interpretato l’esclusione di Gozzi come un segnale di una divisione interna o come la manifestazione di interessi particolari all’interno dell’associazione. Tuttavia, la commissione ha esercitato le proprie prerogative basandosi sui criteri stabiliti, e la discrezionalità nell’ammissione dei candidati rimane uno strumento legittimo per garantire la governabilità dell’ente.
Il cammino verso la presidenza di Confindustria prosegue dunque con i candidati Garrone e Emanuele, i quali si stanno preparando a presentare le rispettive visioni e programmi all’assemblea. Questa esclusione di Gozzi è un capitolo che si chiude, e rappresenta un momento di riflessione importantissimo sia per l’associazione che per lo stesso escluso, il quale dovrà probabilmente interrogarsi sulle dinamiche che hanno portato a questa sfumatura del suo percorso in Confindustria. Nel frattempo, gli occhi degli industriali italiani sono già proiettati verso chi assumerà il prestigioso incarico, ristretti ora alla scelta tra i due candidati rimasti in corsa.