
L’avvio della Autorità Antiriciclaggio dell’Unione Europea (Ue), con base a Francoforte dall’inizio del 2025, segna una nuova fase nel consolidamento degli sforzi europei contro il riciclaggio di denaro. Tra i nomi che si profilano per assumere la guida di questa istituzione nascente, risalta la presenza di una professionista italiana, segno dell’impegno e dell’expertise del nostro paese in un settore cruciale e delicato.
Bruna Szego, rappresentante della Banca d’Italia, si confronta in questa selezione con Marcus Pleyer della Germania e con Jan Reinder De Carpentier dei Paesi Bassi. Questi candidati sono stati attentamente scelti dalla Commissione Europea e sottoposti a colloqui diretti da Mairead McGuinness, commissaria ai servizi finanziari.
Il loro profilo è attualmente sotto esame dal Parlamento europeo, che ha avuto un ruolo determinante anche nella decisione della sede dell’autorità. Questo processo di selezione, avvolto come di consueto in una discrezione istituzionale, rappresenta uno snodo importante per l’efficacia della lotta al riciclaggio di denaro all’interno dell’Unione.
La creazione dell’Amla (Autorità Antiriciclaggio Europea) rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama regolatorio europeo. La necessità di un organismo così strutturato è emersa chiaramente negli ultimi anni, in cui il riciclaggio di capitali ha mostrato tentacoli sempre più articolati, spesso transculturali e transnazionali. L’Ue ha risposto con l’istituzione di Amla come un baluardo più integrato e coordinato, superando le frammentazioni legislativo-operative tra i vari stati membri.
La selezione della guida di Amla è dunque un momento fondamentale, non solo per l’efficacia operativa dell’autorità, ma anche per la trasmissione di un segnale di robustezza e coesione europea nel contrasto ai crimini finanziari. La presenza di un candidato italiano in questo contesto non è solo un riconoscimento della competenza nazionale, ma potrebbe anche riflettere e rafforzare l’immagine dell’Italia nel dialogo europeo su temi di rilevanza critica.
L’esperienza di Bruna Szego con Bankitalia conferisce al suo profilo un peso notevole nella contesa, una testimonianza del ruolo che l’Italia gioca nel campo del controllo finanziario anti-riciclaggio. Proprio come i suoi concorrenti, molto dipenderà dallo scrutinio del Parlamento europeo, che valuterà le capacità gestionali e visionarie dei candidati per un ruolo tanto impegnativo quanto cruciale.
La decisione finale non sarà quindi soltanto il risultato di una selezione di competenze professionali, ma diventerà anche un tassello nel più ampio mosaico delle politiche europee rivolte alla sicurezza finanziaria e alla prevenzione dei crimini economici, in un’epoca in cui la solidarietà e la collaborazione transnazionale si rivelano sempre più indispensabili. Attendiamo quindi il verdetto, consapevoli del cammino intrapreso e delle sfide che il futuro prossimo portarà.