Nel panorama economico italiano del 2024 si prefigura un incremento del Prodotto Interno Lordo (PIL) dello 0,5%. Questa crescita, seppur modesta, è sostenuta principalmente dall’espansione dei consumi e da una rinnovata vigore della domanda esterna. Tuttavia, questa lieve ripresa si contrappone a un calo significativo degli investimenti privati, previsti in diminuzione del 3,7%. Tali indicatori emergono dall’analisi di EY, integrata dalle proiezioni di Oxford Economics e discussa di recente nel digital talk “Investire in Italia. Ma come? Previsioni sul 2025”.
Nel 2025, il PIL è atteso crescere ulteriormente, raggiungendo lo 0,8%, benché si preveda una continuazione del trend negativo per gli investimenti privati, con un’ulteriore contrazione dell’1,2%. Questo scenario solleva interrogativi sulla dinamica degli investimenti nel contesto economico nazionale e sulla sua sostenibilità a lungo termine.
Marco Daviddi, managing partner di strategy and transactions di EY Italia, riflette con un “moderato ottimismo” sul futuro economico del paese. Daviddi sottolinea l’importanza del mercato delle fusioni e acquisizioni che, nonostante il clima di incertezza, rimane sorprendentemente attivo e vitale. Questo elemento potrebbe rappresentare un volano per la crescita, nonostante il generale rallentamento degli investimenti diretti.
Il dibattito si amplia ulteriormente quando si considerano le leve che il governo e le istituzioni potrebbero adoperare per invertire la tendenza negativa degli investimenti. L’appello di Daviddi al supporto governativo è chiaro: è essenziale incentivare gli investimenti nel settore privato, abbassando i costi energetici e facilitando la transizione verso le energie rinnovabili e le tecnologie avanzate. In particolare, viene evidenziata la necessità di ridefinire la politica industriale per il settore automobilistico e di attuare efficacemente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fulcro degli sforzi di rilancio economico post-pandemia.
Queste dinamiche interne si intrecciano strettamente con il contesto economico globale, in cui l’Italia cerca di posizionarsi come un partner commerciale resiliente e innovativo. L’incremento del PIL, sebbene discreto, unito alla vitalità del mercato M&A, potrebbero segnalare l’inizio di una fase di rinnovamento economico, condizionato però dalla capacità di incrementare gli investimenti e di modernizzare i settori chiave dell’economia.
In sintesi, il 2024 e il 2025 si prospettano come anni di transizione e di moderata crescita per l’Italia. Le sfide sono numerose, ma le opportunità che possono derivare da una gestione attenta e proattiva delle politiche economiche potrebbero definire il percorso di sviluppo del paese per i prossimi anni. La tematica degli investimenti rimarrà centrale nella discussione economica, rappresentando il principale barometro della capacità italiana di attrarre capitali e di generare innovazione. Questo sarà un test cruciale per la robustezza delle strategie economiche nazionali in un panorama internazionale sempre più competitivo.