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Crisi a Crotone: L’Appello Disperato dei Dipendenti di “Abramo”

In ECONOMIA
Giugno 01, 2024

Nella tranquilla Crotone, una tempesta economica e sociale si sta preparando a sconvolgere la vita di oltre mille persone. I lavoratori della “Abramo customer care”, azienda operativa nel settore dei call center, si trovano faccia a faccia con una minaccia concreta: la cessazione dell’occupazione. Il 30 giugno segnerà una data critica per 500 dipendenti della sede principale crotonese, ai quali si aggiungono altri 500 colleghi di Cosenza e Catanzaro.

Il fulcro della crisi si poggia sulla decisione di TIM, un importante cliente, di non rinnovare il contratto con l’azienda. Aggravando la situazione, “Abramo” è impigliata in una rete di complicazioni finanziarie che hanno portato alla sua amministrazione straordinaria. Questo coacervo di fattori lascia poco spazio all’ottimismo tra i dipendenti, i quali vedono svanire non solo i loro impieghi ma anche un pezzo del tessuto economico locale.

In risposta a tale infausta prospettiva, i lavoratori hanno inaugurato proteste pacifiche ma simbolicamente forti. Nell’ultima dimostrazione di sfiducia nei confronti delle istituzioni, che talvolta sembrano sordi alle necessità della cittadinanza, hanno deciso di astenersi dalle votazioni per le elezioni europee. Con un gesto altamente simbolico, hanno depositato le proprie tessere elettorali in contenitori destinati al prefetto locale, a testimonianza del loro dolore e deluso stato civico.

Non si tratta solo di un segnale di protesta, ma di un vero e proprio grido di aiuto di chi vede minacciata la propria sopravvivenza quotidiana in un’area già martoriata dall’instabilità economica. “Perdere 500 posti di lavoro equivale, in questa terra, a una sentenza di morte economica e sociale,” hanno dichiarato i dipendenti nel corso della manifestazione. Senza lavoro, senza prospettive, privi della dignità che deriva dall’essere economicamente produttivi, questi uomini e donne sentono di essere privati di qualcosa di più grande di un semplice salario: la loro cittadinanza effettiva.

Di fronte a questa realtà, la comunità di Crotone e delle città vicine è chiamata a unirsi, dimostrando solidarietà e supporto agli operai in difficoltà. I dipendenti, nella loro dichiarazione, hanno esteso un appello a tutti i cittadini: essere presenti, essere coscienti, essere attivi in questa lotta che va oltre la sfera lavorativa e tocca le radici stesse dell’equità sociale e del diritto al lavoro.

La risposta alla chiamata di “Abramo” determinerà non solo il futuro dei suoi impiegati ma anche il tessuto morale di una comunità. Tutta la Calabria osserva, sospesa tra la speranza di una soluzione solidale e la rassegnazione di fronte a una battaglia forse già persa. Nelle mani dei decisori locali e nazionali, così come in quelle di ogni cittadino, riposa ora il peso delle sorti di centinaia di famiglie. In una società in cui il lavoro è tanto una necessità materiale quanto una conferma di dignità, il segnale che sceglieremo di mandare in questo critico frangente sarà determinante, formativo e forse definitivo.

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Redazione