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Crisi del PD a Bologna: chiude il circolo di Prodi

In POLITICA
Gennaio 08, 2025

L’iconico circolo Galvani, luogo di iscrizione di figure emerite come Romano Prodi e di primi passi politici per Elly Schlein, potrebbe non essere l’unico a vedere calare il sipario. A Bologna, il Partito Democratico si trova a dover possibilmente rinunciare a quasi metà delle proprie sedi, inclusa quella del Passepartout, come riportato dal Corriere di Bologna. Ciò che si profila all’orizzonte è una revisione dolorosa, ma forse inevitabile.

Il nodo centrale della questione si ricollega a una decisione presa circa vent’anni fa, con la nascita del PD. Il ricco patrimonio immobiliare, un tempo appartenente al Pci e particolarmente consistente a Bologna e in Emilia-Romagna, non fu trasferito al Partito Democratico. Invece, fu gestito dalla Fondazione Duemila, un ente sorto ad hoc e controllato dagli ex componenti del Pci, che ha stipulato affitti con il PD stesso.

Con la drastica riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti, intrapresa per favorire una maggiore trasparenza e ridurre le spese pubbliche in ambito politico, il Partito Democratico ha incontrato crescenti difficoltà nel sostenere i costi degli affitti, accumulando un debito che si aggira intorno ai 4 milioni di euro nei confronti della Fondazione Duemila.

Il 20 gennaio è attesa una riunione direttiva che potrebbe sancire il destino di queste sedi, tra cui spicca il circolo Passepartout di Via Galliera, una location da sempre vitali per la vivacità politica e culturale della zona grazie alla sua posizione strategica nel cuore della città.

La notizia ha suscitato preoccupazione e mobilitazione tra i membri del partito. I segretari dei circoli, in particolare, sollecitano un incontro urgente con la Fondazione Duemila, volto a trovare una soluzione che permetta di conservare questi importanti nuclei dell’identità e storia politica del PD a Bologna. La questione non è solo di natura finanziaria ma tocca le corde profonde dell’identità partitica e del senso di comunità che questi luoghi hanno saputo creare e mantenere nel tempo.

Questo scenario pone il Partito Democratico di fronte a una sfida cruciale: come bilanciare la sostenibilità economica con il mantenimento di spazi fisici che hanno histituito non solo incontri politici, ma anche momenti di cultura e socializzazione irrinunciabili per gli iscritti e simpatizzanti.

L’affrontare questa situazione richiederà saggezza e forse una nuova visione su come strutturare e finanziare l’attività politica nel contesto urbanistico e sociale contemporaneo. La speranza resta quella di trovare strategie innovative che permettano di preservare il patrimonio senza cedere al mero risanamento contabile. In questo complesso equilibrio tra passato e futuro, il PD di Bologna si gioca una parte significativa del suo ruolo e della sua percezione pubblica, in un momento storico già particolarmente delicato per le sorti politiche a livello nazionale.