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Crisi Industriale al Nord: Il Caso Barry Callebaut e l’Intervento Governativo

In POLITICA
Settembre 06, 2024

La notizia della chiusura dello stabilimento Barry Callebaut di Intra, prevista per il primo trimestre del 2025, ha scatenato reazioni immediate e ferventi nel tessuto industriale e politico italiano. La decisione dell’azienda svizzera, leader mondiale nella produzione di prodotti a base di cacao e cioccolato, rischia di gettare un’ombra fosca sul futuro economico del nord Italia, influenzando negativamente l’occupazione e l’indotto di varie aziende locali. Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato, si è fatto portavoce delle preoccupazioni crescenti, incalzando le istituzioni a una mobilitazione immediata.

Durante un evento a Verbania, Borghi ha ribadito le sue preoccupazioni, facendo eco al disagio dei lavoratori che hanno manifestato in un corteo emblematico della loro frustrazione e paura per il futuro. “La situazione merita la massima attenzione; ho parlato personalmente con Adolfo Urso, Ministro delle attività produttive, il quale ha mostrato apertura per un confronto istituzionale”, ha sottolineato Borghi in una dichiarazione che ha introdotto l’idea di un tavolo di crisi ministeriale.

Il senatore ha sottolineato l’urgenza di “comprendere le motivazioni profonde dietro a questa drastica decisione e di intervenire con misure appropriates per salvaguardare gli interessi dei lavoratori e dell’economia locale”. Le premesse del dialogo sono quindi quelle di un’indagine approfondita in cui si esamineranno le cause di tale scelta aziendale e si valuteranno possibili strategie per evitare conseguenze economiche e sociali devastanti.

L’indicazione del coinvolgimento del Governo non è solo una formalità di rito, ma si configura come una necessità impellente per far sì che la multinazionale renda chiare le proprie intenzioni e responsabilità. L’apertura di un tavolo di crisi può servire a mediare e, possibilmente, a reversare una decisione che altrimenti potrebbe segnare negativamente la vita di molte persone e la stabilità di un intero settore economico.

Borghi, inoltre, ha anticipato l’intenzione di presentare una interrogazione parlamentare, strumento attraverso cui il Senato potrà chiedere conto di questa scelta strategica dell’azienda, auspicabilmente portando alla luce dettagli non ancora conosciuti che potrebbero rivelarsi cruciali per il quadro decisionale.

La chiusura di Barry Callebaut non è solo una questione di numeri e contratti. Rappresenta una spia di allarme per il settore industriale del nord Italia, spesso già provato da simili recessioni produttive. Le ripercussioni di questa serrata influenzeranno la catena di forniture e le aziende che indirettamente dipendono dalla produzione della fabbrica di Intra. La risposta politica e istituzionale, quindi, dovrà essere tempestiva, informata e costruttiva, se si vuole mitigare un impatto negativo che potrebbe estendersi ben oltre i confini della città direttamente interessata.

In attesa del sviluppo di azioni concrete, il dibattito rimane aperto e la tensione palpabile. Il pericolo di un intero settore e di molte vite lavorative appese a decisioni di alta direzione corporativa chiama una risposta strategica che potrebbe definire il futuro economico del nord Italia per i prossimi anni.