390 views 3 mins 0 comments

Crisi nel Settore del Cemento Italiano: l’Impatto del Sistema ETS

In ECONOMIA
Luglio 21, 2024

Con l’espansione delle infrastrutture italiane, grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il mercato del cemento nel nostro Paese avrebbe potuto vivere una nuova primavera. Tuttavia, la realtà che emerge nel settore è ben diversa e carica di sfide, principalmente legate alla competitività e alla sostenibilità ambientale.

Le imprese italiane del cemento, rappresentate da Federbeton e guidate dal nuovo presidente, Stefano Gallini, si trovano a navigare in acque tumultuose. Gallini sottolinea un trend preoccupante: l’intensa concorrenza proveniente da paesi come Turchia, Egitto, Algeria e Tunisia, che non subiscono il peso della tassazione europea sulle emissioni di CO2, il cosiddetto sistema ETS (Emission Trading System).

Questo meccanismo, che mira a ridurre le emissioni nocive incentivando le industrie a investire in tecnologie più pulite attraverso l’imposizione di un prezzo per tonnellata di CO2 emessa, sta avendo un impatto doppio sulle aziende italiane. Da un lato, stimola una necessaria transizione verso metodi di produzione più sostenibili, ma dall’altro solleva una questione di sopravvivenza economica nel breve termine.

Le proiezioni indicano che il prezzo della CO2 raggiungerà presto i 75 euro a tonnellata e potrebbe addirittura salire fino a 100 euro. Questa pressione aggiuntiva viene sentita particolarmente dalle imprese che producono per lo più sul mercato interno, e che vedono erodere i loro margini da importazioni a basso costo, incrementate del 582% in soli quattro anni, da paesi che non solo non applicano il sistema ETS, ma non mostrano neanche un particolare interesse verso la decarbonizzazione.

La situazione è tanto più paradossale considerando che l’Italia, attraverso il PNRR, sta investendo massicciamente in grandi opere infrastrutturali che richiedono enormi quantità di cemento. Invece di beneficiare pienamente di questa domanda interna, le imprese nazionali si trovano a combattere su due fronti: l’adeguamento a standard ambientali sempre più severi e la concorrenza di produttori extracomunitari che operano con regole meno stringenti.

Di fronte a questa duplice sfida, Federbeton chiede un dialogo aperto e costruttivo con il governo italiano, auspicando strategie che possano equilibrare l’imperativo ecologico senza sacrificare l’integrità economica delle aziende del settore. La via proposta passa per un’equazione che tenga conto non solo della sostenibilità ambientale ma anche di quella economica, garantendo che le normative europee non traducano in un handicap insuperabile per le imprese nazionali.

Mentre l’Europa si muove con determinazione verso una maggior sostenibilità ambientale, il caso del cemento italiano pone una questione cruciale: come garantire che le politiche verdi favorendo la transizione ecologica non diventino un ostacolo insormontabile per il tessuto economico delle nazioni che le adottano? La risposta a questa domanda sarà determinante non solo per il futuro delle imprese di cemento in Italia, ma per l’intero paradigma industriale europeo nell’era dell’ecosostenibilità.