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Crisi Occupazionale tra i Giovani: Il drastico calo degli Under 35 sul Mercato del Lavoro

In ECONOMIA
Dicembre 27, 2024

Negli ultimi vent’anni, il panorama lavorativo italiano ha subito trasformazioni significative, incidendo prepotentemente sulle opportunità occupazionali disponibili per i giovani. Secondo il recente rapporto “Demografia e forza lavoro” pubblicato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), il numero di lavoratori con meno di 35 anni è drasticamente diminuito, passando da 7,6 milioni nel terzo trimestre del 2004 a soli 5,4 milioni nel corrispondente periodo del 2024. Questa riduzione, che supera i due milioni di unità, segnala una drammatica contrazione della presenza giovanile nel mercato del lavoro.

Parallelamente, il segmento degli occupati tra i 50 e i 64 anni ha visto un incremento esponenziale, raddoppiando quasi la sua consistenza numerica da 4,5 milioni a 8,9 milioni nello stesso lasso di tempo. Tale tendenza non è unicamente attribuibile a fattori economici, ma si intreccia strettamente con le dinamiche demografiche del paese, che registrano un’invecchiamento progressivo della popolazione.

Il decremento degli occupati non si limita solamente al segmento under 35, ma interessa anche la fascia d’età dei 35-49 anni, che ha visto una diminuzione da 9,8 milioni a 8,8 milioni. Queste cifre evidenziano una sfida strutturale: il mercato del lavoro italiano sta vivendo una sorta di spostamento generazionale verso un’età lavorativa più matura, spesso a discapito dell’ingresso di giovani energie nel tessuto produttivo.

Queste trasformazioni hanno implicazioni profonde non solo per l’economia, ma anche per la coesione sociale e il dinamismo del paese. I giovani, spesso meglio istruiti e più inclini all’innovazione rispetto alle generazioni precedenti, trovano crescenti difficoltà nell’ottenere posizioni lavorative che rispecchino le loro qualifiche e aspettative. Questo scenario contribuisce al fenomeno della “fuga dei cervelli”, con giovani talenti che scelgono di cercare opportunità migliori all’estero.

È imperativo, pertanto, che le politiche pubbliche indirizzino decisamente questa problematica. Investimenti in educazione e formazione sono cruciali, così come lo sono il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e il sostegno all’imprenditorialità giovanile. Misurare l’efficacia di tali politiche nel tempo sarà essenziale per assicurare che i giovani possano trovare un loro spazio nel mondo del lavoro, contribuendo così alla crescita e all’innovazione del nostro paese.

In conclusione, il report del CNEL offre una fotografia preoccupante ma indispensabile per comprendere le dinamiche attuali del mercato del lavoro in Italia. Affrontare con determinazione la questione dell’occupazione giovanile non è solo una necessità economica, ma un imperativo sociale per garantire un futuro prospero e inclusivo per le prossime generazioni.