202 views 3 mins 0 comments

Crisi Produttiva in Italia: Collasso nei Settori Chiave e l’Impennata della Cig

In ECONOMIA
Febbraio 01, 2025

L’anno 2024 segna un punto di svolta preoccupante per l’economia italiana, in particolare per quelle industrie che hanno lunghi rappresentato il fulcro della manifattura tricolore. Il Centro studi Cub ha rivelato un drastico declino, che raggiunge doppie cifre percentuali, nei settori della moda, del tessile e dell’automotive. L’analisi evidenzia non soltanto una flessione produttiva, ma anche una crescente dipendenza dagli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione (Cig), che ha toccato le 507 milioni di ore, 426 milioni delle quali solo nel settore manifatturiero, segnando un incremento del 30% rispetto all’anno precedente.

Tra i settori più compromessi spicca quello della pelle e pelletteria, con un aumento delle ore di Cig del 140%, seguito dall’abbigliamento e dal tessile rispettivamente con il 125% e il 75%. Questi dati non solo riflettono una crisi temporanea, ma alludono a profonde fragilità strutturali dentro l’economia nazionale.

Particolarmente inquietante è la situazione nel settore automotive. Il crollo della produzione oltre il 42% e un calo delle esportazioni del 22% hanno contribuito a un deficit commerciale di 15 miliardi. La posizione di Stellantis, gigante dell’industria automobilistica italiana, è risultata particolarmente critica. La produzione è scesa a soli 475.000 veicoli, con un riduzione del 36% rispetto all’anno precedente. Le immatricolazioni in Italia mostrano una leggera diminuzione dello 0.5%, ma il principale produttore ha perso tre punti percentuali di quota di mercato, retrocedendo al di sotto del 30%.

Le cifre sono allarmanti: dalla storica fabbrica di Mirafiori è uscito il 70% di produzione in meno, Melfi ha registrato un -63%, Cassino -45% e Pomigliano -22%. Addirittura, lo stabilimento Maserati a Modena ha subito un tracollo del 79%.

Di fronte a questo scenario, le parole del segretario nazionale del sindacato, Walter Montagnoli, suonano come un campanello d’allarme. Montagnoli sostiene che per superare questa crisi produttiva sia indispensabile compiere un salto tecnologico e produttivo con investimenti mirati. Questo approccio non solo faciliterebbe la transizione verso un modello di trasporto meno inquinante e più sostenibile, ma ridurrebbe anche i costi, rendendo la mobilità più accessibile su scala economica.

Il contesto attuale invoca una riflessione approfondita sul ruolo dei finanziamenti pubblici, che, secondo Montagnoli, dovrebbero essere indirizzati verso il rilancio della produzione e una reale riconversione piuttosto che al sostegno di profitti privati ottenuti attraverso licenziamenti e chiusure di stabilimenti.

Concludendo, il quadro che emerge per l’anno 2024 non è solo di una crisi circoscritta, ma di un’amara evidenza di vulnerabilità che potrebbe avere ripercussioni durature sull’intero tessuto economico e sociale del paese. Di fronte a tali sfide, le strategie di intervento debbono essere ponderate, incisive e soprattutto orientate al futuro, salvaguardando sia l’economia sia l’occupazione in Italia.