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Declino Demografico Giovanile: un’emergenza italiana

In ECONOMIA
Febbraio 01, 2025

Nel corso dell’ultimo decennio, l’Italia ha assistito a un netto decremento della propria componente giovanile, con un calo di quasi 750.000 giovani, rappresentando una diminuzione del 5,8% rispetto ai valori precedenti. Questo fenomeno non solo solleva preoccupazioni immediate sulla composizione demografica del Paese, ma anche sulle prospettive di crescita economica e innovazione nel medio e lungo termine.

Il 2024 segna un punto di inflessione: da un totale di circa 12,8 milioni di giovani nel 2014, ci ritroviamo oggi a contare meno di 12,1 milioni. Questo declino è visibilmente più marcato nel Mezzogiorno, dove la percentuale di decremento raggiunge il 14,7%. Particolarmente colpite sono le province del Sud Sardegna, Oristano e Isernia, che registrano riduzioni del 25,4%, del 23,4% e del 21,5% rispettivamente. Questi dati, elaborati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, rivelano un divario significativo tra il Centro-Nord e il Sud del Paese.

Nel contesto europeo, l’Italia si confronta con una situazione drammaticamente diversa rispetto ai suoi vicini. Mentre la Spagna ha subito una contrazione del 2,8%, la Francia ha visto un leggero aumento (+0,1%), e la Germania ha addirittura guadagnato il 1,7% nella popolazione giovanile nel decennio considerato. I Paesi Bassi, tra i più dinamici, hanno segnato un impressionante +10,4%. Questa tendenza negativa dell’Italia implica una serie di riflessioni sulle politiche future, tra cui quelle relative alla natalità, all’immigrazione e al sostegno alle famiglie giovani.

Il fenomeno ha avuto impatti diversi sulle varie aree del Paese. Mentre il declino ha colpito profondamente il Mezzogiorno, con 730.756 giovani in meno, il Centro e il Nord hanno avuto dinamiche opposte. Il Centro ha perso 119.157 giovani, ma il Nord ha visto un aumento, grazie anche all’afflusso di popolazione giovanile migrata dal Sud e alla presenza di comunità straniere. In particolare, il Nordest e il Nordovest hanno visto rispettivamente un incremento di 46.821 e 55.420 giovani.

Nonostante il panorama generalmente negativo, alcune province dimostrano resilienza o addirittura crescita. Gorizia, Trieste, Milano, e Bologna evidenziano incrementi significativi della popolazione giovanile, con percentuali che vanno dal 9,7% all’11,5%. Questi dati suggeriscono l’efficacia di politiche locali orientate al sostegno dei giovani, all’attrattiva universitaria e lavorativa, elementi fondamentali per invertire il trend demografico.

Riconoscendo l’esigenza di interventi mirati, sarà essenziale per i policy maker italiani prendere in considerazione strategie complesse che comprendano stimoli alla natalità, incentivi per la permanenza o il ritorno di giovani, e politiche inclusive che valorizzino l’integrazione di talenti stranieri. Si renderanno necessarie, inoltre, misure specifiche per il rilancio delle aree più colpite del Mezzogiorno, per prevenire un ulteriore divaricamento interregionale.

La situazione italiana, pertanto, impone una riflessione profonda e trasversale sui meccanismi di sostegno alle generazioni future e sul ruolo che queste giocheranno nel rinnovamento del tessuto economico e sociale del Paese. Il dialogo tra i diversi livelli governativi e l’impiego di politiche innovative saranno cruciali per garantire un futuro prospero e equilibrato all’Italia nelle prossime decadi.