In un clima di rinnovata apertura e dialogo, Emanuele Orsini, recentemente eletto presidente di Confindustria, ha espresso la volontà dell’organizzazione di instaurare un rapporto collaborativo con le istanze politiche italiane, tanto governative quanto di opposizione. Durante una conversazione incisiva con Fabio Tamburini, direttore del Sole24Ore, tenutasi al Festival dell’Economia di Trento, Orsini ha delineato le linee guida e le esigenze imprescindibili che le imprese italiane si aspettano di vedere affrontate nel prossimo futuro.
Un punto fondamentale su cui Orsini ha voluto fare luce concerne la politica energetica, in particolare l’opportunità rappresentata dal nucleare. In un’era in cui la transizione energetica e la sostenibilità rappresentano degli assi portanti per lo sviluppo industriale, il neopresidente di Confindustria ha sottolineato la necessità di considerare il nucleare come una soluzione realistica per la competitività del sistema industriale italiano, un tema che inevitabilmente susciterà dibattiti e confronti nel corso dei prossimi appuntamenti politici.
Altrettanto critica è la richiesta di “certezza del diritto”, considerata essenziale per garantire un ambiente di affari prevedibile e favorevole alla crescita. Orsini si è soffermato sulla questione del cuneo fiscale, enfatizzando l’importanza di salvaguardare quest’ultimo per assicurare la capacità di spesa dei lavoratori e, di conseguenza, sostenere la domanda interna.
La tecnologia e l’innovazione non sono state trascurate. Il presidente ha sollecitato il Governo a accelerare l’implementazione della misura Industria 5.0, simbolo di una forte spinta verso la modernizzazione e l’automazione. Il timore di Orsini risiede nella procrastinazione dei decreti attuativi necessari, una situazione che potrebbe rallentare gli investimenti e l’adozione di tecnologie avanzate da parte delle imprese italiane.
Parallelamente a questi temi più “classici”, Orsini ha posto l’accento sulla riformulazione dei contratti di sviluppo e sulla gestione del superbonus, che hanno subito numerose modifiche, spesso fonte di incertezza per le imprese. In particolare, ha criticato le azioni retroattive che possono destabilizzare la pianificazione aziendale.
Si affaccia anche la questione del lavoro nero e della necessità di collaborazioni sindacali più strette. Orsini propone, inoltre, di sfruttare le risorse umane in pensionamento per formare le nuove generazioni, un’idea innovativa che potrebbe rispondere parzialmente alla carenza di manodopera specializzata.
Infine, Orsini ha guardato verso l’Europa, richiamando l’importanza di politiche industriali che non siano punitive ma che stimolino la competitività. La chiusura anticipata del motore endotermico nel 2035 è stata citata come esempio di misura prematura che potrebbe penalizzare il settore automobilistico italiano, fiore all’occhiello dell’industria nazionale.
In questa nuova era per Confindustria si respira un’aria di determinazione e di apertura al cambiamento, con un occhio critico rivolto alle sfide attuali e future. Orsini, con un approccio costruttivo ma fermo, sembra pronto a navigare le acque talvolta turbolente dell’industria italiana, con l’obiettivo di rafforzare la posizione delle imprese nel contesto economico sia nazionale sia europeo.