
L’odierna sfida lanciata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, riguarda una promessa di snellimento burocratico che non suoni vuota agli orecchi di cittadini e imprenditori. In un periodo storico particolarmente intricato e pieno di rapidi cambiamenti, Zangrillo ha identificato come priorità assoluta la necessità di trasformare i meccanismi operativi dello Stato in un modello di efficacia e praticità.
Durante la tappa valdostana del tour ‘Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori’, Zangrillo ha messo in luce l’importanza del dialogo sincero e costruttivo con le istituzioni locali e con le associazioni di categoria. È fondamentale che le iniziative di semplificazione non siano mere voci su una lista di compiti da spuntare entro una scadenza prefissata, bensì trasformazioni tangibili, percepite come tali dai diretti interessati.
Il cammino delineato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è una maratona che prevede l’attuazione di 600 interventi di semplificazione amministrativa entro il 2026. È una corsa contro il tempo, ma anche contro la tendenza di una burocrazia ancorata a vecchi schemi. Zangrillo vuole inverare queste pratiche non tanto per raggiungere un numero, quanto per alterare concretamente le esperienze quotidiane di coloro che fanno uso dei servizi pubblici.
Il ministro sottolinea l’importanza del lavoro di squadra. La sua presenza nelle varie regioni d’Italia non è solo simbolica, ma rappresenta un gesto tangibile di collaborazione e ascolto. Le categorie produttive e gli attori locali sono invitati a condividere i loro punti di vista, le criticità e i suggerimenti su come le agenzie governative possano realmente semplificare le procedure e ridurre gli oneri gravanti su cittadini e imprese.
La semplificazione non è solo una questione di eliminare scartoffie o step burocratici, ma di rendere lo Stato un ente più accessibile e meno opprimente, un alleato e non un ostacolo allo sviluppo individuale e collettivo. Zangrillo incarna questa visione proattiva che mira, attraverso un cambio di mentalità all’interno degli uffici pubblici e nell’interazione fra pubblico e privato, a restituire fiducia nei meccanismi democratici e nelle istituzioni.
Nell’attesa dei risultati pratici di questo impegno, la cittadinanza osserva con interesse le mosse del ministro, sperando che queste non resteranno solo promesse, ma diverranno piattaforme solide su cui costruire un rapporto più fluido e meno dispendioso con la macchina statale. La semplificazione non è solo desiderabile, ma necessaria per far evolvere l’Italia in un paese più competitivo e al passo coi tempi.